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Presidio dei lavoratori della Ginori e della Seves in piazza Duomo

Rilancio della Richard Ginori: serviranno 230 addetti

 

L'azienda Richard Ginori di Sesto Fiorentino da tempo è appesa a un filo
L’azienda Richard Ginori di Sesto Fiorentino da tempo è appesa a un filo

FIRENZE – Dopo l’entrata in scena per l’acquisto della Richard Ginori da parte della maison Gucci – unico gruppo a farsi avanti, depositando la sua offerta, pari a 13 milioni di euro, alla cancelleria del tribunale fallimentare di Firenze – prosegue la discussione tra il colosso della moda made in Italy e i sindacati in merito al futuro dell’azienda, che si prepara a passare sotto le insegne del marchio del lusso. 

Il confronto è ovviamente incentrato sul riassorbimento del personale della storica manifattura di porcellane, e da Gucci arriva la conferma – dopo il secondo tavolo di incontro con le parti sindacali – della stima dell’organico della “nuova” Richard Ginori, pari a 230 addetti. Lo sforzo fatto dalla maison per garantire i livelli occupazionali, viene spiegato, è del resto ‘‘non indifferente e non scontato” e un impegno maggiore potrebbe pregiudicare il rilancio dell’azienda fiorentina

Nella definizione dell’organico è stata fatta un’attenta analisi per garantire “un corretto dimensionamento della fabbrica in base ai volumi produttivi, tenendo conto di una struttura moderna con flussi di produzione appropriati, un livello di automazione al passo con i tempi, un’esternalizzazione delle attività a basso valore aggiunto, oltre che l’utilizzo delle sinergie esistenti con la piattaforma logistico distributiva del gruppo”. Secondo la maison, il personale necessario sarebbe infatti stato pari a 180 unità: lo sforzo di includere e sostenere ulteriori 50 persone resta quindi un segnale tangibile dell’interesse di Gucci, oltre il quale – però – si rischierebbe di pregiudicare seriamente il progetto di restyling del brand Ginori e la tenuta complessiva dell’azienda, da tempo appesa a un filo. 

Il vero rebus, al momento, è quindi legato al destino degli operai che rimarranno in carico al fallimento: per loro, Gucci ha ipotizzato un percorso che potrebbe prevedere l’accompagnamento al pensionamento, anche attraverso gli ammortizzatori sociali già in essere, l’attivazione di servizi di outplacement e misure di sostegno per chi vorrà invece intraprendere iniziative a carattere autonomo. Ma non è tutto. Oltre a queste misure – ancora non definite -, Gucci si è detta infatti ”disponibile a verificare la fattibilità di ricercare soluzioni occupazionali presso terzi, coinvolgendo partner di comprovata esperienza e serietà”. 

Richard Ginori


Giulia Ghizzani

Giornalista

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