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Rifiuti, Prato base di un traffico internazionale con l’ombra della camorra

L'ombra della camorra dietro al traffico di rifiuti tessili e plastici con base a Prato
L’ombra della camorra dietro al traffico di rifiuti tessili e plastici con base a Prato

FIRENZE – Due arresti, padre e figlio, esponenti della criminalità organizzata di tipo mafioso con base operativa su Prato. Il figlio è stato condotto nel carcere di Prato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre il padre si trova all’estero. Vincenzo e Ciro Ascione, padre e figlio, titolari di una ditta di Prato. In passato Vincenzo Ascione venne arrestato, e assolto in appello, per l’omicidio di Ciro Cozzolino, avvenuto a Montemurlo nel 1999 per vicende legate al commercio degli abiti usati. Una sessantina sono poi gli indagati.

Le indagini hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d’Italia, in particolare nel territorio toscano, e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili, commercializzati illecitamente in violazione del decreto legislativo 152 del 2006. Gli stessi venivano altresì dichiarati essere materie prime secondarie, a seguito di operazioni di recupero solo simulate. I diversi gruppi criminali individuati erano volti a realizzare un traffico ingente di rifiuti verso paesi come la Cina e la Tunisia: scarti delle lavorazioni della plastica, che venivano riciclati, e di rifiuti tessili. Oggetto di quest’ultimo traffico anche abiti usati: all’insaputa delle associazioni umanitarie che li raccoglievano, senza subire trattamenti igienico/sanitari venivano rivenduti in Nord Africa o nel mercato del vintage in Italia.

Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere la coesistenza di un’attività di usura ed estorsione, condotta parallelamente alla gestione illecita di rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali, trovatisi in serie difficoltà finanziarie per il perdurare della crisi economica. L’estorsione riguarda un prestito da centomila euro, con tasso annuo del 36%, fatto nel 2008 ai titolari di un autosalone, due fratelli che erano in difficoltà economiche: nello stesso anno uno di loro è morto suicida.

La vasta operazione di perquisizione di oltre 100 siti tra aziende e domicili privati, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Firenze, ha visto dall’alba di oggi impegnati 450 uomini del Corpo forestale dello Stato e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con la collaborazione della Polizia delle Comunicazioni, della Polizia Provinciale e del personale dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat). Perquisizioni in 10 regioni (Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna).

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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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