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Gabriello Mancini, presidente uscente della Fondazione Mps

Mps: Mancini difende la Fondazione e accusa gli ex vertici della banca

Gabriello Mancini, presidente uscente della Fondazione Mps
Gabriello Mancini, presidente uscente della Fondazione Mps

SIENA – «Non è vero che mi sono opposto alla fusione tra Mps e Antonveneta: non era possibile perché non ho mai saputo di quest’ipotesi». Cosi’ Gabriello Mancini, presidente uscente della Fondazione Mps, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni rilasciate da Ettore Gotti Tedeschi ai pm titolari dell’inchiesta su Mps, agli atti dell’inchiesta, a proposito delle trattative intercorse tra Siena e il Banco Santander per l’istituto veneto. Mancini ha voluto ribadire che la Fondazione si è sempre mossa secondo gli indirizzi degli enti nominanti (Comune e Provincia di Siena). Il presidente ha glissato quando gli è stato chiesto se a comandare a Palazzo Sansedoni fosse sempre stato l’ex presidente della Banca Giuseppe Mussari, ricordando solo che le scelte sul mantenimento del 50,1% del capitale da parte della Fondazione erano condivise dal territorio, «anche da quelli che oggi sono stati fulminati sulla via di Damasco e che ora criticano quella scelta. Noi non siamo dei Burattini ma persone che conoscono la realtà e i documenti erano vincolanti».

Alcune scelte non le avrebbe fatte, prima fra tutte quella dell’ultimo aumento di capitale: «ma allora era ineludibile sia per le pressioni a livello nazionale, come quelle del Mef -ha detto Mancini- sia per l’impossibilità di non aderire a ridosso dell’annuncio, pena il rischio di farlo fallire, e poi per le istanze della comunità senese a non diluire la partecipazione nella Banca Mps. Noi siamo stati traditi e ingannati: la Fondazione ha subito piu’ danni di tutti» ha aggiunto.

Antonio Vigni e Giuseppe Mussari, ex vertici Mps
Antonio Vigni e Giuseppe Mussari, ex vertici Mps

Dagli ex vertici della banca, da Deutsche bank e da Nomura ci fu un gravissimo occultamento delle perdite. Questo in sintesi il giudizio del presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, nel corso della conferenza stampa per un bilancio di fine mandato. «La relazione del Cda della Banca Mps ha fatto emergere un’impressionante area di opacità e di occultamento della reale situazione economica e patrimoniale della Banca Conferitaria, con azioni che sono sotto indagine della magistratura» spiega ricordando come la relazione è stata resa pubblica in vista dell’assemblea dello scorso 29 aprile, convocata per approvare l’azione di responsabilità gia’ promossa fin dal 1° marzo 2013 dalla Banca in via d’urgenza, contro gli ex vertici, il presidente Mussari e il direttore generale Vigni e contro le banche Deutsche Bank e Nomura.

«La Fondazione è ormai strettamente legata ai destini di Banca Monte dei Paschi, alla sua capacità di risorgere e di tornare a produrre utili in tempi che purtroppo le recenti vicende spingono oltre le previsioni contenute nel nuovo piano industriale. Non ci sono alternative, se non nel confidare nel nuovo management, nelle misure talvolta dolorose che sono state e saranno adottate» si è augurato Mancini.

«Meno si parla e meglio è. Le cose prima di fanno e poi si a annunciano» ha puntualizzato il presidente uscente della Fondazione Mps, commentando le dichiarazioni del sindaco di Siena Bruno Valentini riguardo soggetti stranieri interessati ad investire su Banca Mps.

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