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Renzi alla Leopolda, da qui ha lanciato le sfide alla segreteria Pd e alla premiership del Paese

Leopolda, Renzi: «La legge elettorale dei sindaci»

Renzi alla Leopolda, da qui ha lanciato le sfide alla segreteria Pd e alla premiership del Paese
Renzi alla Leopolda, da qui ha lanciato le sfide alla segreteria Pd e alla premiership del Paese

FIRENZE – Nessun proporzionale ma la legge elettorale dei sindaci, mai più inciuci, meglio voti che bandiere, la Sinistra che non cambia si chiama Destra, il Pd non può essere credibile se si riduce ad un insieme di correnti. Matteo Renzi a tutto campo nell’ultimo giorno della convention alla Leopolda: il sindaco non si tira indietro di fronte ai temi più spinosi come appoggio al governo, legge elettorale, riforma della giustizia, elezioni.

Difronte a migliaia di persone, 16mila ospiti e 400 giornalisti, le prime battute le ha usate per liquidare chi ha fatto notare la mancanza di bandiere democrat sul palco: «Il problema non sono le bandiere, ma le croci sul simbolo del Pd alle elezioni, quando arriveranno». Il Sindaco conferma l’appoggio al governo, ma fa una promessa: «Mai più larghe intese. Noi crediamo nell’alternanza e nel bipolarismo». In questo quadro, Renzi è tornato a parlare di legge elettorale, dopo i colpi di avvertimento dei giorni scorsi contro chi vorrebbe il ritorno al proporzionale. E un’idea precisa lui ce l’ha: «La legge elettorale che funziona è quella dei sindaci: è educativa, responsabilizza» ma va integrata con misure opportune sul piano nazionale: «Alla fine si deve sapere chi ha vinto, e chi ha vinto deve avere i numeri in Parlamento per poter governare e, infine, chi governa è per cinque anni responsabile».

Altro punto programmatico: «Dobbiamo fare la riforma della giustiziaDobbiamo finirla con chi in questi anni ha proposto una giustizia ad personam ma allo stesso tempo dobbiamo dire cosa pensiamo noi al riguardo» ha detto Renzi ricordando la storia di Silvio Scaglia (il fondatore di Fastweb assolto a Roma da tutte le accuse nel processo per le presunte attività di riciclaggio).

Non parla di Berlusconi, perché dice «noi parliamo di futuro» e a chi gli chiede se la decadenza di Berlusconi potrà far cadere il Governo risponde serenamente con un «non credo».

Quattro impegni se vince le primarie del Pd: «Italia, Europa, lavoro ed educazione: faremo iniziative su ognuno di questi impegni e alla prossima Leopolda si farà la verifica. Nei pensieri del sindaco la corsa alla segreteria del Pd e alla premiership del Paese.

Il Sindaco non ha eluso i temi più problematici, arrivando a toccare la questione del rapporto con l’Europa: «Rimettere in discussione i parametri europei? Sì. E lo si dovrà fare dopo aver dimostrato che l’Italia mostra di saper affrontare i problemi: i conti a posto non li deve mettere per la Merkel ma per noi stessi».

Chiede l’abolizione delle province e del Senato, la spending review deve iniziare da qui.

Infine, ancora parole per il suo partito. «Le correnti -avverte- vanno rottamate e diciamolo subito: la prima corrente da rottamare sarà la corrente dei renziani. Noi siamo per le correnti delle idee, non dei cognomi». E questo perché è altrove che bisogna guardare: «Le prossime elezioni le vinciamo se recuperiamo gli otto milioni che hanno votato Grillo, oltre a recuperare i nostri elettori, ma anche quelli del Pdl».

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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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