Omicidio Meredith, sul coltello il dna di Amanda ma non della vittima
FIRENZE – L’esame della traccia di dna repertata «nel punto di contatto fra la lama e l’impugnatura del coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito ha consentito di riscontrare un elevato grado di compatibilità tra il profilo genetico di Amanda Knox ed i profili genetici della traccia stessa, la cosiddetta traccia I». E’ quanto scritto nella perizia ordinata dalla Corte d’appello di Firenze durante il processo sull’omicidio di Meredith Kercher.
C’è invece un «alto grado di incompatibilità con i profili genetici di Meredith, Sollecito e Rudy Guede -continuano i periti- Tali evidenze indicano, con ragionevole certezza, che il profilo genetico di Amanda Marie Knox risulti presente, in maniera consolidata, nella traccia I».
Dunque sul coltello sequestrato in casa di Raffaele, i Ris dei carabinieri hanno isolato il dna di Amanda Knox ma non della vittima, coltello che l’accusa ritiene l’arma con cui sia stata uccisa a Perugia la studentessa inglese nella notte tra il 1 e il 2 novembre 2007.
Le analisi genetiche sulla traccia analizzata nel processo d’appello bis di Firenze hanno evidenziato «la presenza di una quantità estremamente esigua di materiale genetico derivante dal contributo di uno o più soggetti femminili». Lo scrivono nelle loro conclusioni i periti incaricati. Gli esperti dei Ris incaricati dell’esame ritengono il campione «in condizioni analitiche complesse».
«Allontana sempre di più il concetto che quella sia l’arma del delitto» il risultato della perizia sulla nuova traccia analizzata sul coltello. A sostenerlo è l’avvocato Luciano Ghirga, uno dei difensori di Amanda Knox. Secondo il legale, dalle conclusioni depositate «emerge che i periti nominati dalla Corte d’appello di Perugia, che non avevano allora strumenti idonei a esaminare una così bassa quantità di materiale, hanno operato bene. Gli esperti nominati dai giudici di Firenze -ha aggiunto- hanno ricostruito i metodi per analizzare un campione low copy number e sono le stesse in base ai quali a Perugia vennero ritenute non affidabili le conclusioni della polizia scientifica. In particolare per la traccia sul coltello attribuita a Meredith Kercher. Le critiche mosse all’operato della scientifica erano quindi fondate».
«La perizia conferma quello che era stato ufficiosamente anticipato. E’ provato che il coltello è stato usato dalla Knox e tale elemento, valutato insieme a quelli già presenti, permette di ipotizzare la responsabilità degli imputati». E’ il commento del legale della famiglia Kercher, l’avvocato Francesco Maresca, agli esiti della perizia sulla traccia di dna trovata sul coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito.
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