«Io doppio! – Il ritorno» di Paolo Ruffini a Firenze
FIRENZE – Al Teatro Verdi di Firenze Paolo Ruffini porta giovedì 26 dicembre la nuova versione del suo spettacolo-cult «Io doppio», sempre in compagnia del Nido del cuculo, addirittura con due repliche nello stesso giorno (Teatro Verdi, Via Ghibellina 99, ore 16.45 e ore 20.45; biglietti 34, 25, 17 euro; http://ticka.teatroverdionline.it/).
Lo show, stavolta intitolato per l’esattezza «Io doppio – Il ritorno», è caratterizzato innanzitutto dalla proiezione di nuovissimi doppiaggi, cui si aggiungono nuovi monologhi legati al mondo del cinema e nuove gags. Durante gli episodi salienti della sua sorta di saga della comicità labronica, Paolo Ruffini è accompagnato dalla band del Nido del Cuculo, formata da tre cantanti e cinque formidabili musicisti.
Ne ha fatta di strada, in quindici anni, Paolo Ruffini: a vent’anni cominciò per gioco a doppiare spezzoni di grandi film in livornese, contibuendo a rendere popolarissimo questo dialetto in tutta la Penisola. Dopo gli esordi nei locali e nei piccoli teatri, segnati da successo sempre crescente («Io doppio» è stato al quinto posto della classifica annuale degli incassi nazionali e i filmati del Nido sono tra i più cliccati di YouTube Italia, con oltre dieci milioni di visualizzazioni), Ruffini si è trasformato in conduttore, attore e regista: da poco è uscito nelle sale il suo film «Fuga di cervelli», mentre in TV dal 2011 conduce su Italia Uno il programma «Colorado» ed è spesso invitato in varie trasmissioni.
Tuttavia Paolo Ruffini non può rinunciare al contatto diretto col pubblico in teatro ed ha così ripreso e rinnovato il suo «Io Doppio», che dopo le tappe di Pisa e Grosseto arriva a Firenze. La rapidità con cui i biglietti hanno preso il volo al botteghino ha fatto aggiungere allo spettacolo serale una replica speciale pomeridiana. Nessuno dei suoi spettacoli è uguale all’altro, e così non resta che vedere cosa avrà riservato al pubblico del Verdi di Firenze, che promette di coinvolgere nello show senza forse sdegnare di scendere in platea.