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Addio Arnoldo Foà, l’attore che amava Firenze

Arnoldo_Foà
Arnoldo Foà

ARNOLDO FOÀ LEGGE LA DIVINA DOMMEDIA

ROMA – È morto oggi 11 gennaio Arnoldo Foà, una delle voci più belle del teatro e della tv del secolo scorso. Si è spento a Roma pochi giorni prima del suo novantottesimo compleanno ma, per chi è abituato ad ascoltare ancora le sue letture di classici (memorabile quella della «Commedia» di Dante), era un attore fuori del tempo. Era inconfondibile, la voce di Arnoldo Foà, che ha incantato tante generazioni di spettatori e ascoltatori col suo timbro caldo e una dizione curata come ora se ne sentono molto di rado.

FIRENZE – Nato a Ferrara il 24 gennaio del 1916, debutta in teatro a 17 anni, dopo aver frequentato a Firenze una scuola di recitazione e trascorso nel capoluogo toscano gli anni della sua gioventù. Città dove, durante tutta la sua vita, torna molto spesso. Passa poi al Centro sperimentale di cinematografia a Roma. Nel 1938, l’anno delle Leggi razziali del fascismo, Foà in quanto ebreo deve abbandonare il Centro e, per lavorare, è costretto ad usare nomi falsi (tra cui Puccio Gamma) e a ricoprire saltuariamente il ruolo del sostituto di attori malati. Riesce così a lavorare nelle compagnie più prestigiose: Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, Ninchi-Barnabò, Adani-Cimara, Maltagliati-Cimara. Nel 1943 si rifugia a Napoli, dove diventa capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata PWB: spetta a lui la comunicazione dell’armistizio con gli Alleati, nel settembre 1943.

INSTANCABILE – Nel 1945 può finalmente riprendere con il teatro, lavorando, fra gli altri, con Visconti. Sobrio nei gesti e nell’intonazione, si distingueva per originalità e modernità. Attivissimo anche nel cinema (oltre cento film, alcuni famosissimi), in radio e in TV, dove la sua presenza alza il livello di tanti sceneggiati (che certo, in genere, stanno alle fictions di oggi come Dickens sta a Fabio Volo). È il nonno in «Piccole donne», il protagonista in «Capitan Fracassa», il capitano dell’«Isola del tesoro», il cattivo Sir Daniel in «La Freccia nera». Foà si cimenta anche come drammaturgo con «Signori buonasera» e «Il testimone», di cui cura anche la regia. Dal 2002 realizza una collana di CD con registrazioni di varie opere poetiche e filosofiche e un CD di sue poesie. Nel 2008 ha pubblicato un romanzo scritto durante gli anni trascorsi all’estero («Joanna. Luzmarina») e con Sellerio ha nel 2009 pubblicato la sua «Autobiografia di un artista burbero».

QUATTRO MOGLI – Nella sua lunga vita avventurosa e tempestosa (che include anche un volontario esilio di qualche anno alle Seychelles dopo una polemica col fisco italiano), si sposa quattro volte: l’ultima a quasi novant’anni nel 2005 con la poco più che quarantenne Annamaria Procaccini. Certo non si può dire che fosse ormai un’ombra fiaccata dagli anni, nell’ultimo decennio di vita. Ha lasciato certamente il segno nella storia dello spettacolo e per fortuna molte registrazioni, da cui possono imparare non poco anche le nuove generazioni di attori.

I funerali laici si terranno lunedì a Roma in Campidoglio, proprio dove erano stati festeggiati i suoi 95 anni.

Cinema, Foà, Teatro, tv

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