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Tasse e catasto: rogne per Renzi dopo la sbornia elettorale

Il premier, Matteo Renzi
Il premier, Matteo Renzi

Dopo il successo elettorale, il Governo si deve rimboccare le maniche per rispondere alle aspettative degli elettori. La rentrée, a urne appena chiuse,  riguarderà un argomento rognoso e impopolare: le tasse sulla casa. Rinviato a dopo l’appuntamento elettorale, forse per beneficiare appieno dell’effetto benefico degli 80 euro in busta paga apparsi miracolosamente a maggio.

FISCO – Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il rinvio del termine per la prima rata Tasi, che riguarderebbe gli immobili diversi dall’abitazione principale, nei Comuni che non hanno ancora deliberato le nuove aliquote. Altro argomento post Europee dovrebbe essere la riforma del catasto, che fa parte della delega fiscale. Varata nella prima versione dal governo Monti, ripresa da Letta attende in tempi brevi i decreti legislativi che la attuano. In teoria la riforma del catasto dovrebbe essere a gettito invariato. Ma le sorprese, come tradizione quando si tratta di tasse, non sono escluse.
E i conti di Renzi da far quadrare, ora che le elezioni sono passate, sono tanti.

RIFORME – Ricordiamo tutti le slides con cui, a più riprese, il premier e i suoi ministri ci hanno presentato le riforme in cantiere. Varati gli 80 euro, attendiamo con fiducia i restanti provvedimenti, che del resto Renzi ha preannunciato ai principali partners della UE. Oltre ai già ricordati provvedimenti di carattere fiscale, il governo dovrebbe perciò vararne in tempi ragionevoli molti altri.

ANTICORRUZIONE – La legge anticorruzione, in calendario in aula al Senato, è slittata al 10 giugno, ma dovrebbe procedere speditamente, visti i casi eclatanti che continuano ad essere scoperti dalla magistratura.

SENATO – La riforma costituzionale (fine del bicameralismo paritario e federalismo più leggero) dovrebbe invece restare più a lungo in commissione Affari costituzionali prima di sbarcare in assemblea a fine giugno, o addirittura a luglio. Il cronoprogramma di Matteo Renzi la dava in aula intorno al giorno 10 del prossimo mese. In ballo anche il preannunciato depotenziamento delle province e la loro successiva eliminazione, che però potrà avvenire solo con legge costituzionale.

ITALICUM – Ferma per ora, invece, la legge elettorale (l’Italicum), fatto salvo un tentativo di accelerazione di Forza Italia che, pur essendo il terzo partito, vedrebbe nel doppio turno una chance di sopravvivenza per il centrodestra da ricompattare, soprattutto dopo la batosta del 25 maggio.

TERZO SETTORE – Dovrà essere realizzata la preannunciata riforma del terzo settore, che prevede il Servizio civile per centomila giovani, l’approvazione di un nuovo testo unico e la creazione di una Authority dedicata.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – La riforma della Pubblica Amministrazione è un altro degli scogli che il governo dovrà superare, eliminando sovrapposizioni, doppioni, elefantiasi di strutture, soprattutto centrali, procedure macchinose che rendono la vita impossibile ai cittadini. In quest’ambito sono personalmente curioso di vedere se il premier terrà fede alla promessa di ridurre a 40 le prefetture in Italia, come ha promesso di fare nel Consiglio dei Ministri del 13 giugno.

LAVORO E JOBS ACT –  Le misure per ridurre la disoccupazione e rilanciare la produttività delle imprese sono una delle scommesse fondamentali del Governo, sulla quale Renzi ha puntato molto, anche con i partners europei. La disoccupazione sempre crescente, soprattutto fra i giovani, determina l’urgenza di intervenire radicalmente in questo campo.

PRIVILEGI DELLA POLITICA – La riduzione dei privilegi della politica. Questo è stato, per ora, uno dei settori più trascurati. Occorre ridurre privilegi e sprechi degli organi costituzionali, dei ministeri, degli enti nazionali e locali, delle regioni. Qualcosa è stato fatto ad esempio per le province, che a mio avviso sono gli enti meno responsabili di spese incontrollate e sprechi. Meglio puntare su una drastica riduzione di poteri e componenti degli organi e delle strutture delle regioni a statuto ordinario e speciale. Senza contare che la differente autonomia costituzionale di queste ultime non ha più senso, salvo forse che per Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

PAGAMENTI P.A. – L’accelerazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione a favore delle imprese dovrebbe avvenire entro il mese di luglio. Le imprese attendono con impazienza quest’importante boccata d’ossigeno.

PENSIONATI – E infine, last but not least, Renzi ha preannunciato interventi a favore dei pensionati, che finora sono stati una delle categorie più bistrattate dal governo, anche se Grillo, dopo l’insuccesso elettorale del M5S, ha addebitato proprio ai poveri pensionati la mancata modernizzazione del nostro paese.

Ho sicuramente dimenticato alcune delle riforme promesse e messe in cantiere, ma credo che quelle che ho citato stiano veramente a cuore alla popolazione. Se il Governo andrà avanti con rapidità, come ha promesso, meriterà la fiducia che gli è stata palesemente accordata dagli elettori nelle ultime consultazioni. In caso contrario gli italiani non tarderanno a scoprire qualcuno «più nuovo» di Renzi.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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