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Alluvione in Maremma: ancora decine di sfollati. La rabbia dei residenti: «Come nel 2012, nessuno ci ha avvertito e siamo stati travolti dalla bomba d’acqua»

Alluvione in Maremma, pesantissimi i danni anche all'agricoltura
Alluvione in Maremma, pesantissimi i danni anche all’agricoltura

GROSSETO – A 24 ore dalla gravissima alluvione che ha devastato la Maremma del sud, fra Manciano, Magliano, Orbetello e Albinia, sono ancora circa 40 le persone sfollate nel territorio del comune di Orbetello. Ieri sera gli sfollati erano una cinquantina. Allo stato non sono segnalate ulteriori criticità nel territorio provinciale di Grosseto: la situazione sta lentamente tornando alla normalità.

STRADE INTERROTTE – Risulta comunque tutt’ora interrotta la circolazione sulla strada regionale 74 nel tratto interessato tra la località Sgrillozzo fino al centro abitato del comune di Manciano; sulla strada Provinciale n.94 «Sant’Andrea», tra il ponte sull’Albegna e l’intersezione con la strada provinciale 146; sulla strada Provinciale n.10 «Follonata» chiusa in corrispondenza del ponte sul torrente Stellata e sul torrente Lattaia nei pressi delle terme di Saturnia; sulla strada Provinciale n.101 «Sgrilla» nel tratto compreso tra il ponte sul torrente Sgrilla per circa tre km; strada provinciale n. 159 «Scansanese» dal km. 93 + 000 torrente Fosso Rattaiolo fino al bivio con S.P. n. 10 «Follonata».

RABBIA E SFIDUCIA – Gli abitanti dei comuni di Manciano e Orbetello son infuriati. L’ondata di piena dell’Elsa e dell’Albegna ieri ha di nuovo allagato le stesse case e le stesse coltivazioni del 12 novembre 2012, in particolare nel punto cruciale di Marsiliana, dove gli argini dell’Albegna hanno retto ma il fiume è comunque esondato a causa del reticolo di fossi e torrenti affluenti. «Dopo due anni siamo daccapo a togliere il fango dalle case – dice una residente, Silvia Bergamaschi -. È successo come l’altra volta, nessuno ci ha avvisato dell’allerta meteo e ora dopo due anni siamo nella stessa situazione, cioè dobbiamo ricominciare daccapo. Solo che questa volta siamo pieni di debiti fatti l’altra volta per rimettere a posto le nostre case». La protesta è estesa a tutti coloro che abitano nei poderi delle vecchie bonifiche della Maremma, case sparse nella pianura alluvionata, molte delle quali circondate da laghi formati dall’acqua e dal fango che il fiume Albegna non ha potuto recepire.

CAMPAGNE DEVASTATE – A Sgrillozzo, poco distante dal luogo dove sono morte le sorelle Marisa e Graziella Carletti, è stato devastato un magazzino consortile. Distrutti dal fango grano, olio, vino, sementi, prodotti agricoli di vario tipo, messi di scorta. «Abbiamo perso tutto – spiega Giulio Fontana -. L’acqua è entrata dappertutto e non ce l’abbiamo fatta a salvare granché». Risalendo la valle verso Sgrilla e Manciano le famiglie che vivono accanto al fosso esondato con violenza raccontano lo spavento di ieri sera. «Ce l’abbiamo fatta a salvare i cani e le galline – raccontano ai giornalisti -. Nessuno ci ha avvisato di quello che stava per succedere. Le auto sono danneggiate, forse dobbiamo ricomprarle. La casa al piano terreno è stata completamente allagata».

IL PONTE-TAPPO – Dito puntato, come due anni fa, contro il nuovo ponte sul torrente Elsa, laddove il corso d’acqua confluisce nell’Albegna. Tra la popolazione di Marsiliana e della valle verso Manciano si ribadisce che questa infrastruttura farebbe una specie di tappo quando i fossi scaricano la pioggia venuta copiosamente dalle alture vicine, senza farla scaricare bene nel fiume più grande.

 

Alluvione, maltempo, maremma


Domenico Coviello

Giornalista

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