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Il palazzo dell'Unione europea a Bruxelles

Legge di stabilità: l’Ue chiede chiarimenti. E’ il primo atto di una possibile stangata

Il palazzo dell'Unione europea a Bruxelles
Il palazzo dell’Unione europea a Bruxelles

ROMA – La commissione europea chiederà oggi ufficialmente chiarimenti a 5 paesi europei, inclusi Italia e Francia, sulle rispettive leggi di bilancio per il 2015, avvertendo che rischiano di violare le regole Ue. Gli altri Paesi nel mirino di Bruxelles sono Austria, Slovenia e Malta.

COMMISSIONE – Simon O’Connor, portavoce del commissario agli Affari economici, Jyrki Katainen, non ha voluto confermare l’indiscrezione ma ha comunque precisato che l’eventuale comunicazione non significa che Bruxelles abbia già deciso se respingere o meno il bilancio dei Paesi coinvolti. La richiesta di maggiori informazioni rappresenta infatti soltanto un primo passo nella procedura e la decisione definitiva sarà presa a fine mese. “Consultazioni tecniche con gli stati membri sulla bozza del piano di bilancio non pregiudicano il risultato della valutazione”, ha sottolineato O’Connor. In base alle nuove regole, la commissione e’ tenuta a reinviare il bilancio a un Paese membro entro due settimane se rileva ‘una seria non osservanza’ delle regole comunitarie. Se la commissione si prepara a tale passo è tenuta ad avvertire il Paese sotto osservazione entro una settimana. Oggi scade il termine per l’invio di questa notifica.

LETTERA – Nella lettera che nelle prossime ore la Commissione europea invierà all’Italia Bruxelles chiederà al Governo delucidazioni non solo sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti ma anche sulle coperture e le riforme previste. E’ il primo atto di una possibile apertura d’infrazione capace di potare alla richiesta di misure aggiuntive pari a 6 miliardi di euro.

JUNCKER – Intanto il presidente designato della Commissione europea, Jean-Claude Juncker afferma che le regole del Patto di Stabilità e Crescita non saranno cambiate. Lo ha ribadito presentando al Parlamento europeo a Strasburgo il collegio di commissari e il programma del nuovo esecutivo di Bruxelles nel giorno in cui l’Aula vota la fiducia. “Servono disciplina di bilancio, flessibilità e riforme strutturali. Senza riforme e disciplina fiscale, però, non ci può essere flessibilità”, ha spiegato. “Anche nelle regole -ha aggiunto- ci vuole flessibilità, ma non saremo drammatici nel nostro approccio.”

Renzi spera che lo spiraglio di flessibilità annunciato da Juncker possa favorire un esame più benevolo dell’azione dell’Italia, ma forse sottovaluta l’influenza dei sostenitori dell’austerità, che ancora sono molto potenti anche in seno al nuovo esecutivo.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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