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StillLoveRosie

Cinema: #Scrivimiancora, firmato Rosie e Alex

StillLoveRosie
Love, Rosie

Dopo «Ps. I Love You»  è uscito nei cinema italiani #ScrivimiAncora, in inglese «Love, Rosie», tratto dal romanzo «When the rainbows end» di Cecelia Ahern. Diretto da Christian Ditter, #ScrivimiAncora vede come interpreti Lily Collins nel ruolo di Rosie e Sam Claflin nel ruolo di Alex.

TRAMA

Rosie e Alex sono amici da sempre e da sempre si cercano. Le diverse esperienze di vita li porteranno a separarsi, ma riusciranno a rimanere in contatto, attraverso mezzi di comunicazione di ogni genere: lettere, chat, messaggi di testo, posta elettronica. Rimarranno sempre una costante l’una per l’altro, e anche se non riusciranno mai a incontrarsi davvero, si rincorreranno, anno dopo anno. Il lieto fine è solo dietro l’angolo, che corre e va via, ma basta un passo in più per catturarlo.

RECENSIONE

La storia non è esente da un pressante, seppur giustificato, accanimento sulla protagonista, mitigato dal fatto che la storia si sviluppa durante un arco di tempo molto lungo: i fatti principali, infatti, avvengono più o meno nel corso di dodici anni. La giovane Rosie, e di conseguenza Alex, vivono le esperienze della vita condensate; lo spettatore osserva in sequenza una sfilza di fatti sia positivi che negativi che, seppur risultanti assolutamente plausibili e reali, son vissuti uno dopo l’altro, quasi senza respiro; ogni volta si tratta di scendere a patti con ogni avvenimento, e plasmarlo, modellarlo per renderlo accettabile, personalizzando il cambiamento.

L’accento è posto sulle relazioni umane, in primis quella tra i due protagonisti, amici-non amici-amanti-non amanti, ma anche su tutte quelle che li circondano, soprattutto quella tra Rosie e suo padre, genuina, come ogni relazione tra padre e figlia dovrebbe essere. Quel che stupisce è rendersi conto del modo in cui questa autrice tratta i grandi temi dell’umanità, l’Amore, la Vita e la Morte: li mescola, li unisce, li separa e li confonde, il tutto fatto con la più estrema delicatezza. Una gentilezza che rende il complesso del film tutto il contrario di pesante, o ansioso.

Cinema


Chiara Magliacane

redazione@firenzepost.it

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