Nave San Giorgio, della marina militare, verso la Libia: esercitazione dai connotati strategici davanti alle acque di Tripoli
ROMA – Formalmente è una esercitazione ma davanti alle acque territoriali libiche potrebbe assumere un connotato diverso. È quanto riporta stamani, 28 febbraio, «La Stampa» riferendo di «navi militari italiane partite da Spezia e Taranto in rotta verso la Libia» che «si fermeranno prima, al confine con le acque territoriali di Tripoli» «pronte ad intervenire in caso di necessità» data la delicatissima situazione di crisi in atto nel paese nord africano.
Il riferimento è alla partenza, avvenuta – riferisce sempre il quotidiano torinese – venerdì da La Spezia della nave d’assalto anfibia «San Giorgio», che avrebbe imbarcato (come sempre in operazioni) anche militari della Brigata «San Marco», le forze da sbarco di cui dispone la Marina, e incursori del «Goi» il reparto del Comsubin (subacquei e incursori) l’unico reparto della Marina facente parte delle forze speciali italiane.
Non mancano preoccupazioni per gli effetti di un precipitare degli eventi sugli interessi strategici e commerciali dell’Italia in Libia, a cominciare dal Greenstream, il gasdotto sottomarino dell’ Eni, che si snoda dalla stazione di compressione di Mellitah e il terminale di ricevimento del gas a Gela, in Sicilia: una struttura di 520 km, molti dei quali percorsi sotto il Mediterraneo, protetta dai 20 mila uomini della guardia fedele al governo legittimo di Tobruk.
In queste settimane la Marina Militare starebbe intensificando le manovre in Mediterraneo e dal 2 marzo ritornerà ad effettuare l’esercitazione «Mare Aperto» nelle acque del Tirreno e dell’ Ionio, con il dispiegamento di buona parte delle unità disponibili e di unità della Nato. Un’occasione probabilmente anche per «mostrare i muscoli» di fronte a una crisi che non accenna a calmarsi. Anche se, naturalmente, nessuna eventuale «opzione militare» in Libia, potrebbe essere presa unilateralmente dall’Italia, ma solo nell’ambito di una forza multinazionale. L’esperienza storica non è a favore di soluzioni diverse.
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«Le esercitazioni, le attività addestrative svolgono anche il ruolo di dissuasione». La conferma arriva dal generale di corpo d’armata Claudio Graziano, da oggi 28 febbraio nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, a margine della cerimonia del suo insediamento (succede all’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli) che si è svolto stamani a Roma, presso il Comando in Capo della Squadra Navale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Così il nuovo capo di Smd ha risposto ai giornalisti in merito all’esercitazione Mare Aperto 2015, che, insieme ad altre componenti militari della Nato come anche in passato, si svolgerà da lunedì 2 marzo nel mar Tirreno e nel mar Ionio. «Le altre attività di sorveglianza e protezione sono sempre in atto – ha aggiunto – quindi vi è la prontezza e la preparazione ad eseguire le direttive politiche e a garantire la sicurezza».
Franco Prisciandaro
Da brividi nella schiena! E il Parlamento che dice? Rischiamo di trovarci in guerra senza che nessuno lo sappia. Torneremo a cantare “Tripoli bel suol d’amore…..”?