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Arezzo, meningite: è morta la 31enne ricoverata a Montevarchi da due giorni

Anna Limongello, la ragazza di 31 anni del Valdarno uccisa dalla meningite
Anna Limongello, la ragazza di 31 anni uccisa dalla meningite (foto dal suo profilo Facebook)

AREZZO – Nel secondo giorno di ricovero, a meno di 48 ore dal suo arrivo nel reparto di rianimazione dell’ospedale della Gruccia a Montevarchi, è morta oggi pomeriggio, 18 aprile, Anna Limongello, giovane valdarnese 31enne, di San Giovanni, colpita da una meningite batterica da meningococco di tipo C.

Il batterio responsabile della grave infezione è il Neisseria meningitidis. Oggi la giovane era apparsa in condizioni gravissime ma stazionarie poi il peggioramento e la morte. Dall’inizio dell’anno in tutta la Toscana quello della trentunenne è il quarto caso di meningite mortale. Sono 17, in tutto, i casi di infezione da meningite registrati, l’ultimo proprio oggi, 18 aprile: all’ospedale di Pescia è stata ricoverata in terapia intensiva una ragazza di Lucca di 27 anni.

Quello della ragazza del Valdarno, invece, è il primo caso di questo tipo in provincia di Arezzo da due anni a oggi. La sua morte ha destato un profondo sconcerto nel Valdarno. Anna Limongello, secondo quanto riporta il sito Valdarnopost, lavorava nel negozio di abbigliamento Piazza Italia, all’interno del centro Coop.Fi a Montevarchi, che in segno di lutto ha abbassato la saracinesca. Da ieri oltre 150 persone si sono recate a fare la specifica profilassi anche se la 31enne era in ferie da dieci giorni e la distanza temporale rende basse le possibilità di contagio. Tanti gli attestati di affetto arrivati.

La 31enne, rende noto la Asl 8 di Arezzo, si era presentata giovedì mattina al pronto soccorso dell’ospedale valdarnese con febbre, artralgia, otalgia, petecchie sugli arti superiori ed inferiori, oltre ad ematomi diffusi alle ginocchia e avambraccio. Era collaborante e vigile, ma il quadro clinico ha subito preoccupato i sanitari del pronto soccorso. Le sue condizioni sono poi peggiorate in brevissimo tempo. Invano i sanitari hanno tentato ogni strategia per fermare la gravissima malattia, anche in contatto e collaborazione con i maggiori centri italiani.

Continua però da parte della Asl 8 l’adozione della misura cautelare della profilassi – che si fa tramite la somministrazione di un antibiotico – a tutti gli operatori sanitari entrati in contatto con la giovane ed ai familiari. Inoltre, già da giovedì sera molte persone, conoscenti della ragazza, si sono presentate spontaneamente alle strutture sanitarie della Usl chiedendo di effettuare la profilassi. E sono in tutto oltre 250 le persone sottoposte a questa azione preventiva.

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Domenico Coviello

Giornalista

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