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Arezzo, scomparsa di Guerrina Piscaglia: chiesta la scarcerazione di padre Graziano

Padre Gratien, Graziano, Alabi al momento dell'arresto giovedì 23 aprile 2015
Padre Gratien, Graziano, Alabi al momento dell’arresto giovedì 23 aprile 2015

AREZZO – Consegnato oggi 4 maggio al tribunale di Arezzo, che a sua volta trasmetterà gli atti al Riesame di Firenze, il ricorso in cui l’avvocato Luca Fanfani chiede la scarcerazione di Padre Gratien «Graziano» Alabi, il frate congolese di 45 anni accusato di aver ucciso la 50enne Guerrina Piscaglia e di averne soppresso il cadavere, mai ritrovato. Come è noto, l’indagine riguarda la scomparsa, il primo maggio del 2014, un anno fa, di Guerrina Piscaglia da Ca’ Raffaello, frazione del comune di Badia Tedalda (Arezzo).

Il legale di padre Graziano avrebbe puntato soprattutto sul mancato ritrovamento del corpo, che lascia dubbi sulla morte della donna. E avrebbe contestato lo spazio temporale in cui il frate, seconda l’accusa del pm, l’avrebbe uccisa – circa mezz’ora -, oltre alle indagini effettuate dall’accusa sul fantomatico zio Francesco e la sua auto grigia, giudicate dall’avvocato Fanfani «poco accurate».

Il Tribunale del riesame ha ora 10 giorni di tempo per pronunciarsi. Intanto proseguono le indagini che non escludono un prossimo incidente probatorio con una donna di nome Cristina, una prostituta romena che avrebbe dichiarato di essere stata minacciata da padre Graziano dopo aver fatto alcune domande su Guerrina, e un ulteriore sopralluogo al cimitero di San Gianni a Sestino (Arezzo) per controllare tre sepolture.

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