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La Caserma De Laugier si affaccia sul Lungarno della Zecca a Firenze

Casa, nuovo catasto: diminuisce il valore degli alloggi popolari e aumenta quello delle case di lusso

Case di Firenze
Case di Firenze

ROMA – In un prossimo Consiglio dei ministri, stando alle anticipazioni giornalistiche, vedrà la luce il provvedimento che istituirà il nuovo catasto, con la conseguente soppressione delle categorie A1, A2 o A3, quelle che negli atti notarili hanno da sempre indicato le nostre case come «signorili», «civili» o «economiche». Le abitazioni degli italiani rientreranno tutte in una lettera, la «O» di ordinarie, che terrà conto, anziché dei vani, dei metri quadri e di tutte quelle caratteristiche, come piano, ascensore, balconi e quant’altro determina il loro valore commerciale. Nella lettera «S» di «speciali» rientreranno tutti gli immobili pubblici e quelli a uso commerciale. Continueranno ad essere esentasse i luoghi di culto (chiese, moschee, sinagoghe)..

AGEFIS – Secondo i geometri fiscalisti dell’Agefis – la loro associazione professionale – per molte abitazioni di periferia o di nuova costruzione classificate oggi come di tipo economico (A3) o civile (A2) alla fine si pagherà meno, visto che spesso si tratta di abitazioni di modesta metratura ma divise in molti vani. Starà sul chi vive invece chi possiede case nei pregiati centri storici, ma classificate come popolari o ultrapopolari, o i proprietari di rustici trasformati in ville. La Uil Servizio politiche territoriali stima che le rendite catastali di 4,6 milioni di immobili – classificati nelle categorie A4 e A5 – potrebbero essere quadruplicate, mentre per gli altri immobili il valore medio sarebbe di 168mila euro, il doppio di quello attuale.

VALORI – Occorrerà però verificare gli effetti dei nuovi valori catastali nelle principali città, poiché per alcune di queste si potrebbero verificare aumenti anche per le case classificate in A2 e A3. I maggiori balzi all’insù si verificherebbero per le abitazioni di tipo civile, oggi classificate A2, di Milano (+ 310% sia in zona periferica che centrale), Napoli (+223% anche qui in entrambe le zone), Roma (+ 222% in zona semi centrale e più 163 altrove), mentre l’aumento più contenuto sarebbe a Torino (+51% in centro e periferia, solo + 24 in zona semi centrale). Per le abitazioni di tipo economico il boom sarebbe in centro a Milano (+379%), Venezia (+329%) e Napoli (+246%). Lievi aumenti in periferia a Torino (+16%). In zona semicentrale le rendite salirebbero del 29%, mentre in centro raddoppierebbero.

Firenze e la Toscana non sono considerate come zone ove dovrebbero registrarsi particolari aumenti o squilibri. Speriamo bene, ma resta il fatto che la casa, la benzina, le pensioni sono considerate un po’ da tutti i governi il bancomat del fisco e anche il trio Renzi -Padoan- Orlandi non fa certo eccezione, puntando a tartassare queste categorie di beni e di contribuenti, i più facili da colpire per l’amministrazione. Ma prima o poi i nodi verranno al pettine.

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