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Tasse, Toscana: commercio e turismo, ripresa lenta. Colpa della pressione fiscale

Quando diciamo che tra tassazione diretta ed indiretta, le nostre imprese sono assoggettate ad una pressione fiscale insostenibile dobbiamo purtroppo misurarci anche con storie paradossali ed incredibili; eppure se non ci liberiamo di questo giogo, è del tutto inutile ragionare della necessità di attrarre investimenti pubblici o privati, rilanciare l’economia e i consumi, favorire la ripresa dell’occupazione.

Le imprese Toscane hanno dimostrato di avere nel Dna le caratteristiche per affrontare anni difficili e sono pronte anche per agganciare la fase di ripresa che, anche se davvero incerta e debole, sembra profilarsi all’orizzonte la somma di tasse locali e nazionali però sta diventando il nostro peggior nemico, una specie di  masso legato al collo, e per l’impresa diffusa, quella delle nostre città, dei nostri centri storici restare a galla in qualche modo è ogni giorno più difficile.

L’italia è il paese delle 63.000 norme tributarie e dei 670 adempimenti fiscali ogni anno. E’ il paese in cui per effetto di un federalismo mai realizzato pienamente, si è prodotta una esplosione della tassazione locale, che per fortuna in Toscana nel 2015 si è arrestata o sta scendendo anche se davvero troppo lentamente.  Abbiamo bisogno di una vera riforma fiscale che semplifichi la vita alle imprese e rimetta mano al “bestiario fiscale” di cui siamo vittime e mentre aspettiamo l’annunciata Local Tax che rimetta a pulito la giungla di imposte, tasse e addizionali locali abbiamo bisogno di far respirare le troppe imprese soffocate da burocrazia e tasse.

Total Tax Rate* della Toscana Anno 2014 (media per attività commerciale o turistica su profitti totali) è  pari al 60,7%.  Il Total tax rate sulle imprese è un indice calcolato dalla Banca mondiale in percentuale sui profitti totali e comprende la tassa sui profitti stessi (corporate tax), i contributi e tasse sociali e previdenziali; le tasse su dividendi, capital gain e transazioni finanziarie; tasse su rifiuti, veicoli, trasporti e simili: tiene dunque conto dell’intera pressione fiscale sull’azienda.

Firenze ha una media più alta (69,8%) e ha scelto di agire sulla tassazione locale in maniera differenziata. Il bisogno di interventi specifici di riduzione della pressione fiscale locale sulle imprese è diventato una vera e propria emergenza per l’impresa diffusa.  Inoltre, credo che i grandi introiti derivanti dal mondo del Turismo (in aumento a Firenze di oltre 3,2 mln sull’imposta di soggiorno e di oltre 2,1 mln per i Bus turistici nel 2015) debbano servire ad alimentare investimenti sulla città ma non sarebbe male dare un segnale anche sulla pressione fiscale che sostengono le imprese del Turismo di Firenze

 

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Nico Gronchi

Presidente Confesercenti Toscana

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