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Province, riforma e personale: i tre segretari confederali della funzione pubblica sollecitano il governo

Renzi-Madia
Renzi-Madia

ROMA – I tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, settore pubblico impiego hanno scritto, il 2 ottobre, una lettera al Ministro per la pubblica amministrazione, Marianna Madia e al sottosegretario Gianclaudio Bressa per sollecitare la conclusione della riforma degli enti di area vasta, la definizione della posizione degli agenti della polizia provinciale e il trasferimento del personale in esubero: “Le scriventi Organizzazioni sindacali, alla luce della pubblicazione del Decreto ministeriale sulla mobilità del personale delle Province, intendono porre alla vostra attenzione le seguenti problematiche:
1. La definizione di una tempistica stringente relativamente all’inserimento degli elenchi nominativi dei soprannumeri nel portale “Mobilità.gov” non tiene conto dei tempi di attuazione del processo di riordino da parte delle Regioni che, solo in pochissimi casi, avranno completato, entro le scadenze previste, gli interventi necessari al trasferimento del personale impegnato nelle funzioni non fondamentali;
2. Le modifiche alla disciplina relativa alla Polizia provinciale stanno causando difficoltà nell’inquadramento di questo personale alla luce della discrepanza sorta rispetto ai precedenti accordi in Conferenza unificata;
3. Il quadro economico ancora incerto per la maggior parte delle Province e delle Città metropolitane (alcune delle quali si apprestano a dichiarare il dissesto), considerando i prelievi previsti con la legge di stabilità 2015, rende complesso il processo di riorganizzazione necessario al completamento della riforma previsto dalla legge 56/2014.
È necessario dunque prevedere, nella prossima legge di stabilità, una riduzione dei tagli a carico delle Province, affinché il percorso di riordino e gli sforzi che esso comporta, non vengano vanificati dal crollo totale del sistema provinciale sotto il peso dei tagli, garantendo dunque servizi e stipendi;
4. Attraverso il decreto sui criteri di mobilità, che prevede il mantenimento per il personale trasferito del solo salario accessorio avente carattere di generalità e natura fissa e continuativa, si consolida il solo ammontare generale del fondo, senza considerare la tutela delle condizioni di partenza dei singoli. Nel frattempo si prospettano inaccettabili
blocchi di applicazione del contratto decentrato per il personale trasferito – che implicano una concreta diminuzione in busta paga – per una durata non specificata e specificabile.
Le questioni sollevate rischiano non solo di complicare il processo di salvaguardia del personale, ma di produrre processi di mobilità che sacrificheranno la professionalità di chi finora ha operato nei servizi gestiti dalle Province, nonché situazioni di disservizio in diverse aree del Paese. Nell’interesse di evitare situazioni che possano pregiudicare il mantenimento dei servizi offerti e la salvaguardia dei livelli occupazionali, riteniamo indispensabile:
1. Completare al più presto il processo di riordino delle funzioni non fondamentali a livello regionale e, successivamente, attivare tutte le procedure di mobilità previste dal decreto riservandole al personale non collocato nelle suddette funzioni;
2. Individuare una soluzione per evitare lo smantellamento dei corpi di polizia provinciale senza che questo ostacoli le procedure di ricollocazione del rimanente personale;
3. Un impegno affinché, in coerenza con quanto previsto nella legge di conversione del dl 78/2015 in merito ai bilanci degli Enti di area vasta, si riduca il prelievo previsto dalla legge di stabilità 2015 evitando, in questo modo, gli effetti di situazioni di disequilibrio finanziario di molti Enti;
4. Individuare una soluzione medio tempore che non vada a depauperare il reddito pro capite e che mantenga i livelli salariali immutati almeno fino all’effettiva integrazione nel nuovo Ente dei lavoratori trasferiti e alla nuova contrattazione;
5. La risoluzione del problema del precariato prossimo alla scadenza del 31 dicembre;
6. Attivare, laddove fossero mancate, tutte le forme di partecipazione sindacale previste dalla normativa, a partire da un confronto nazionale anche con il coinvolgimento di Regioni, Province e Comuni, ormai fermo da troppo tempo.
Certi della necessaria attenzione ai temi sollevati e convinti della delicatezza degli stessi, rimaniamo in attesa di un positivo riscontro.
F.to FP CGIL Rossana Dettori        CISL FP Giovanni Faverin    UIL FPL Giovanni Torluccio

Governo, province, sindacati


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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