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Tartufo bianco: pesa 900 grammi e costa 100 mila euro. Comprato da Hong Kong. Meeting per giornalisti in Toscana

Tartufo300x150ROMA – Cresciuto in profondità, dal profumo di miele e fieno, poco agliato, del peso di 900 grammi. Questo il tartufo bianco trovato nel territorio delle Langhe-Monferrato assegnato nell’asta mondiale del tartufo bianco che si è svolta al castello di Grinzane Cavour per 100mila euro ai cinesi di Hong Kong. L’asta si è tenuta infatti in concomitanza con un gruppo di amatori della città orientale che ormai da dieci anni vede svolgersi l’evento in contemporanea con l’Italia.

A organizzare la manifestazione è stata la Regione Piemonte insieme all’enoteca regionale Cavour e all’Ordine dei Cavalieri del tartufo bianco che ha sede nell’antico castello appartenuto a Camillo Benso Conto di Cavour diventato patrimonio mondiale dell’Unesco. All’asta sono stati assegnati ben sei lotti per un totale di 173mila euro. Uno dei lotti è andato all’italiano Giovanni Rana che si è aggiudicato un tartufo del peso di 620 grammi per 12mila euro. Il quinto lotto, un fungo di 520 grammi è andato a quello che viene considerato lo chef cinese più bravo del mondo Dong Zhenxiang. Il primo dei funghi bianchi è stato invece assegnato a New York e ad aggiudicarselo è stato John Sulley vicepresidente ristorazione della Royal Carribean, visto che quest’anno per la prima volta l’asta si è svolta in concomitanza con una crociera.

TOSCANA – Intanto in Toscana, a Forcoli, provincia di Pisa educational su “Tartufo, eccellenza italiana” al museo di Forcoli, organizzato da Arga con il patrocinio dell’Associazione Stampa Toscana e la collaborazione di Savini Tartufi. Ha fatto gli onori di casa il sindaco di Palaia Marco Gherardini che ha spiegato ai giornalisti le caratteristiche di un territorio unico nel cuore dell’area di una delle aree tartufigene più importanti d’Italia. Il consigliere regionale Andrea Pieroni ha sottolineato come le istituzioni possono intervenire sulla difesa e il mantenimento del territorio e nel garantire l’integrità delle zone tartufigene.

Poi le relazioni. L’ intervento dI Fabrizio Mandorlini era su Scrivere di Tartufo ed ha  evidenziato le incongruenze e le imprecisioni che avvengono in articoli di giornali e sui media quando parliamo di tartufo (che non è un tubero, ma un fungo ipogeo), che quando scriviamo “… trovato un tartufo…” non abbiamo scritto niente perchè ci sono 9 specie di tartufo commercializzabili. Riccardo Buti, funzionario agricoltura Regione Toscana, ha spiegato al meglio le piante, gli ambienti e i terreni che permettono la formazione del tartufo, funzione questa che ha già svolto ai corsi per gli aspiranti tartufai che l’Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi propone.
Cristiano Savini ha poi illustrato tutti gli aspetti del ciclo del tartufo da quando viene trovato fino alle tavole più prestigiose del mondo, spiegando bene tutti i passaggi con le relative criticità e illustrando le differenze che ci sono tra i prodotti di sua produzione. Ma il tartufo ha un dna? Certo. E ci hanno studiato sopra le professoresse Manuela Giovannetti e Cristiana Sbrana aprendo nel settore nuovi e immaginabili scenari in merito alla tracciabilità e unicità del prodotto.

Molto gradito il saluto conclusivo di Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana (e direttore di Firenze Post) seguito a quello di Franco Polidori presidente di Arga Toscana, che ha spiegato l’importanza di questi momenti formativi per la categoria.

 

Alba, Forcoli, tartufo, Toscana

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