Firenze: processo per la morte di Riccardo Magherini. Una testimone parla di calci tirati quand’era in terra
FIRENZE – In caserma ‘raccontai: ‘Quando era in terra gli hanno tirato dei calci’. A quel punto il carabiniere che stava verbalizzando mi chiese: ‘Signorina, ma lo vuole scrivere dei calci?’. E io: ‘Certo’. E lui: ‘Non lo so, il verbale è suo'”.
Lo ha raccontato una testimone ascoltata a Firenze al processo sulla morte di Riccardo Magherini, morto il 3 marzo 2014 mentre veniva arrestato dai carabinieri. Imputati sono quattro carabinieri e due volontari della Croce Rossa. Sono tutti accusati di omicidio colposo; un militare anche di percosse. La testimone, Sara Cassai, ha ricostruito quanto avvenne quella notte e, poche ore dopo, in caserma, quando i carabinieri la chiamarono per il verbale di sommarie informazioni. E ancora: “Mi dissero che ci sarebbe stata una direttissima perché Riccardo aveva rubato un cellulare. Non mi dissero che era già morto”.
La testimone ha spiegato di non aver visto dei calci ma dei “movimenti tali da farmi ritenere che” i carabinieri che stavano arrestando Magherini “stessero dando calci”. “Ero rimasta impressionata dalla forza del ragazzo e da come, nella prima parte, i carabinieri avevano svolto il loro compito. Vista la forza che aveva lui, pensai che magari gli avrebbero tirato un destro per fermarlo”. Qualche giorno dopo, ha aggiunto, “raccontai al babbo di Magherini come si erano svolti i fatti, gli dissi che suo figlio aveva una forza incredibile e che i carabinieri non riuscivano a contenerlo e che quando lo avevano messo a terra gli avevano tirato dei calci”.