Pubblica amministrazione: nella provincia di Firenze la qualità più elevata in Italia
ROMA – Nella mia lunga carriera di burocrate ho sentito molte volte giudicare in termini negativi il lavoro della pubblica amministrazione, a volte ingiustamente. Adesso i dati che emergono dallo studio «Measuring Institutional Quality in Italy» dei professori Annamaria Nifo e Gaetano Vecchione, pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno, dimostrano che la Toscana, e in particolare la provincia di Firenze, registra la qualità della pubblica amministrazione più alta in Italia (con un valore prossimo a 1 su una scala da 0 a 1). In coda alla classifica invece tutte le regioni del Sud e le province siciliane e calabresi, con valori medi compresi tra 0,4 e 0.
FIRENZE – Rispetto alla precedente statistica del 2004 – nella quale primeggiava sempre il capoluogo toscano – Firenze mantiene il primo posto con il massimo valore, seguita da Livorno (0,98) che scalza Pisa e Siena (0,87). Come già nel 2004, nelle prime trenta posizioni si confermano soprattutto le province emiliane, lombarde e venete. Quanto alle province del Mezzogiorno, oltre alle ottime performance di Teramo e Chieti, pressoché invariata è la posizione di Pescara (dal 62° al 63° posto), mentre L’Aquila perde cinque posizioni e arriva al 66° posto con un valore di 0,6.
SUD – Si concentrano nelle ultime trenta posizioni tutte le province meridionali. Salerno passa dall’81° al 70° posto, Benevento dall’84° al 73°. Anche Sassari guadagna dieci posizioni, dall’85° al 75° posto. Al 76° resta invariata la posizione di Matera, prossima capitale della cultura, come Brindisi al 79°. Anche le grandi città del Mezzogiorno si trovano nelle ultime trenta posizioni. Bari in particolare scivola dalla 68esima all’81esima posizione. Più contenuti i cali di Napoli (dall’89° al 91° posto) e Palermo (dal 95° al 97° posto). Tra le altre province da segnalare il salto di Nuoro dal 94° al 78° posto. Perdono invece Potenza (dal 73° all’83° posto) e Cagliari (dal 75° all’84° posto). In coda con valori prossimi allo zero Caltanissetta, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone.
SERVIZI – L’alta qualità dei servizi diventa doverosa se si pensa alle tasse elevate che i cittadini pagano per fruirne: negli ultimi anni le gabelle locali hanno avuto una crescita impressionante, anche in conseguenza del taglio dei trasferimenti statali, della cui perdita Regioni e comuni si sono rifatti abbondantemente ficcando le mani nelle tasche dei loro cittadini.
GESTIONE – Anche la Toscana però può migliorare l’organizzazione di alcune funzioni, soprattutto nel settore dei servizi alla persona, promuovere gestioni associate da parte dei comuni, incentivare l’informatizzazione delle pratiche burocratiche, in modo che si muovano le informazioni e i dati, e non i cittadini costretti ancora a presentare innumerevoli certificati. Per non parlare della riprovevole abitudine di alcuni gestori (mi è capitato con Telecom e Publiacqua) che costringono gli utenti a provare ancora VIA FAX (sono rimasti al 1971 quando “un c’era nessuno”) il pagamento di bollette a loro avviso scadute, ma saldate tempestivamente dagli interessati, costretti a perdere tempo e denaro per questi odiosi e inutili adempimenti. Si vede che ancora non viene riconosciuta validità al mezzo della posta elettronica che viene utilizzato anche nelle più remote aree del nostro continente. Per non parlare di un disservizio attualissimo che ha causato l’interruzione dell’energia elettrica per alcune ore e per due giorni di fila in una vasta zona di Firenze. Forse Renzi prima di riempirsi la bocca con il potenziamento della banda larga dovrebbe gettare l’occhio sull’efficienza di altre reti, tipo quelle elettrica, telefonica, stradale che, anche in Toscana, hanno bisogno di ammodernamento e manutenzione.
Torniamo agli aspetti positivi della questione. Nella mia veste di ex prefetto di Pisa e Firenze sono particolarmente soddisfatto di questo costante primato (sia nel 2004 che nel 2012) delle nostre città toscane, che testimonia di un buon lavoro di squadra fatto dalla pubblica amministrazione in ambito regionale. Ci pensino bene Renzi, Padoan e la Madia, la cui riforma, a detta dei sindacati, sembra indebolire i pubblici uffici; occorre intervenire soprattutto per migliorare gli apparati, facendo in modo che anche il Mezzogiorno si porti ai livelli del Centro Nord, qualificando e promuovendo l’aggiornamento del personale che va punito quando si verificano episodi scandalosi, tipo quello recente di Sanremo, ma va incentivato e sostenuto quando s’impegna per il miglioramento della propria attività.
pubblica amministrazione, qualità, Toscana