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Scuola, concorso: il ministro Giannini annuncia l’inizio il 28 aprile. Ma rispunta l’allarme commissari

Il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini

ROMA – Le date saranno ufficializzate martedì, 12 aprile, con un avviso sulla gazzetta ufficiale, ma il ministro Giannini ha anticipato che il concorso per insegnanti si apre ufficialmente, con la prima prova, il 28 aprile. A margine della Leopolda sicula a Palermo, la titolare del dicastero dell’Istruzione ha anche aggiunto che 18 mila candidati dalla Sicilia si contenderanno 4 mila posti nella regione e che il contributo sarà una classe di insegnanti sempre più giovane.

Le prove scritte (che avranno una durata di 150 minuti) saranno computer based (il candidato leggerà i quesiti e risponderà agli stessi attraverso una piattaforma online) e ci saranno due turni per ogni giorno di prova, mattino e pomeriggio. Sono previste 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). Sei quesiti saranno a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelli in lingua) a risposta chiusa; il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2.

Sono 165.578 i candidati per 63.712 posti in palio. La regione con più domande presentate e’ la Campania (24.125), seguita da Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191).

La macchina organizzativa è in moto da settimane e alla vigilia del calcio d’inizio rispunta l’allarme commissari, già lanciato nei giorni scorsi da alcuni sindacati. Secondo Tuttoscuola, sul concorso pende non solo la spada di Damocle di migliaia di possibili ricorsi per l’esclusione di coloro che non hanno il titolo di abilitazione, ma anche il rischio che il Miur non trovi tutti i commissari necessari per esaminare i 165 mila candidati: secondo le stime della rivista specializzata ne servono circa 10 mila (per un migliaio di commissioni). In numerosi Uffici scolastici regionali si è ancora alla ricerca di questi esaminatori e in altri sono stati ufficialmente riaperti i termini per le domande. Tra le cause di questa penuria di commissari Tuttoscuola segnala il mancato esonero dal servizio, ma soprattutto il compenso irrisorio: 251 euro per il presidente e 209,24 euro per i commissari (valori lordi) per tutto il lavoro, in un arco di tempo che va dall’insediamento delle commissioni alla pubblicazione delle graduatorie. A questo compenso base andranno aggiunti 50 centesimi di euro per la correzione di ciascun elaborato e 50 centesimi di euro per ogni candidato esaminato all’orale.

Tirando le somme, secondo Tuttoscuola, il compenso orario si aggirerà intorno a un euro (lordo) l’ora, assai meno di quello dei commissari all’esame di maturità che almeno 7 euro l’ora riescono a metterli in tasca.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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