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Giustizia a passo di lumaca: Italia ultima in Europa. Solo Malta e Cipro la battono

magistrati

Nel momento in cui è scoppiata la polemica, poi sopita (ma per quanto?) fra magistratura e Governo sui temi delle ferie dei magistrati, sulle poche sentenze, sulla prescrizione, con un botta e risposta a distanza fra il premier Matteo Renzi e il nuovo Presidente dell’Anm Pier Camillo Davigo, esce un rapporto poco lusinghiero della Commissione europea su questi temi. L’Italia si conferma campione di lunghezza nei processi civili. Secondo il rapporto sulla giustizia nell’Unione  nel 2014 ci volevano oltre 500 giorni per ottenere un giudizio di primo grado in un processo civile e amministrativo. Solo a Malta e a Cipro ci vuole più tempo, mentre in tutti gli altri paesi che hanno fornito i dati (una ventina: mancano solo quelli di Belgio, Bulgaria, Irlanda e Regno Unito) la durata dei processi è decisamente inferiore e in una dozzina di paesi, fra cui la Germania, servono meno di 200 giorni.

Il dato italiano mostra un miglioramento rispetto a quello del 2013, quando i giorni necessari per un giudizio superavano i 600, ma è peggiore rispetto al primo rapporto del 2010, quando erano sotto i 500. L’Italia è agli ultimi posti della classifica europea anche per quanto riguarda la percezione sull’indipendenza dei magistrati: il 60% circa degli interpellati (cittadini e imprese) la considera «piuttosto o molto cattiva», mentre solo per il 25% è «piuttosto buona» e per l’1% «molto buona». In Italia, si sottolinea ancora nel rapporto, ci sono poco più di 10 giudici ogni 100 mila abitanti (al sestultimo posto) ma circa 375 avvocati (al terzo posto dopo Grecia e Lussemburgo).

La lentezza della giustizia in Italia, soprattutto di quella civile, è uno degli elementi che frenano la crescita e rendono meno competitivo il nostro Paese in Europa. È il pensiero espresso dal segretario della Cgil, Susanna Camusso, commentando il rapporto della Commissione Europea.

Il mese prossimo la Commissione pubblicherà le sue raccomandazioni specifiche per ogni Paese, che presumibilmente ribadiranno nel caso dell’Italia la richiesta di fare ulteriori sforzi per accelerare i tempi della giustizia civile.

Una giustizia trasparente, efficace, di cui siano noti i tempi e che non abbia tempi biblici, è una delle componenti che permetterebbe all’Italia  di competere nel resto d’Europa e favorirebbe la crescita Se magistrati e politici dedicassero meno tempo alle polemiche incrociate e facessero uno sforzo comune per consentire alla nostra giustizia di lavorare meglio e per più giorni all’anno ne guadagnerebbero il prestigio del nostro Paese e gli interessi dei cittadini, che non sono mai presi in considerazione dalla categoria delle toghe,sempre attenta alla tutela delle proprie prerogative e privilegi.

ferie, giustizia, magistrati, tempi


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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