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Sciopero della grande distribuzione: buona l’adesione e la partecipazione degli addetti

gdistr

FIRENZE – Si respira un clima di grande soddisfazione fra i sindacati di categoria del commercio per la riuscita dello sciopero degli addetti alla grande distribuzione, buona sia in termini di adesione che di partecipazione alle iniziative in programma. Uno sciopero ed una mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale.

Si è rotta infatti la trattativa per la definizione del Contratto Nazionale. A subirne le conseguenze sono i dipendenti, senza un quadro normativo di riferimento, senza aumenti contrattuali ormai da ottobre 2013, a differenza dei colleghi delle imprese di Confcommercio. Per la terza volta in meno di sette mesi, le lavoratrici e i lavoratori sono scesi in piazza per far sentire la loro protesta. In Toscana in ogni provincia ci sono stati presìdi, cortei e vele in strada davanti ai centri commerciali (quelli interessati: Esselunga, Ikea, Carrefour, La Rinascente, Coin, Metro, Pam, Panorama, Leroy Merlin, Zara, Penny, Decathlon, Bricoman, Bricocenter, Universosport, Ovs). Le vele hanno, in alcuni casi, invaso le strade intorno ai centri commerciali portandosi al seguito cortei di auto con dentro lavoratrici e lavoratori e le bandiere dei loro sindacati.

“Siamo al terzo sciopero in meno di sette mesi, ma le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione, non hanno perso la voglia di lottare per il loro sacrosanto diritto al contratto nazionale”, dice Cinzia Bernardini, segretaria generale della Filcams Cgil Toscana che non nasconde la soddisfazione. “Ero a Pisa, aggiunge, ed è stato bello vedere il corteo di auto piene di lavoratrici e lavoratori in sciopero formatosi dietro le ‘vele’. A loro, a chi si è astenuto dal lavoro senza scendere in pazza, ai tanti cittadini che ci hanno dimostrato la loro solidarietà non facendo oggi la spesa nei supermercati interessati alla protesta va il mio immenso grazie! I lavoratori e le lavoratrici del settore interessati in Toscana dallo sciopero sono circa 35 mila, continua, guadagnano poco più di 1100€ se a tempo pieno, ma oltre il 70% degli occupati sono a part time ‘involontario’, la maggioranza sono donne e molti sono i giovani. Le aziende di Federdistribuzione negando il Contratto Nazionale non rispettano i diritti dei lavoratori, perché per rinnovarlo vogliono peggiorarne norme e regole; sul salario, dopo 30 mesi senza nessun aumento, si vorrebbero liquidare i lavoratori erogando unilateralmente 15 euro. Non possiamo accettare, Conclude Cinzia Bernardini, che si rinnovi il Contratto solo se a pagarlo sono i lavoratori”.

commercio, sciopero, sindacati

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