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Renzi insoddisfatto dei risultati del Pd. Napoli? Un baco. Giachetti? Mezzo miracolo. Brividi per il referendum

Matteo Renzi
Matteo Renzi legge, non senza sconcerto, gli ultimi dati sulle elezioni del 5 giugno

Non è stato un bell’inizio di settimana per Matteo Renzi. Che ora cominci ad avere qualche dubbio anche sull’esito del referendum costituzionale. Motivo? Eccocolo: ballottaggi in tutte le città capoluogo di Regione: Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli. Fa eccezione solo Cagliari dove Massimo Zedda del centrosinistra incassa la riconferma al primo turno con il 50,9% contro il 32,1% di Piergiorgio Massidda del centrodestra. Ma il dato più evidente del voto per i sindaci è il trionfo del M5s a Roma, con Virginia Raggi sopra al 35%, i 5Stelle primo partito della Capitale con il 35,6% e il crollo di Pd (17,2% contro 26,3% del 2013) e di Forza Italia, che incassa appena il 4,2% contro il 13,5% di tre anni fa. Al ballottaggio per la poltrona di Sindaco di Roma Raggi sfiderà Roberto Giachetti.  E in Toscana? Il Pd ha perso comuni come Orbetello e Anghiari. E, al ballottaggio del 19 giugno, rischierà anche nelle provinciali di Grosseto e a Montevarchi, oltre che in altre realtà da sempre in mano alla sinistra. Che dire poi di Sesto Fiorentino, dove il candidato del Pd è stato mandato al ballottaggio dall’esponente di una sinistra che, dopo aver buttato giù la Biagiotti, vuole conquistare il comune escludendo il simbolo piddino?

«Non è una debacle ma non ci basta perché vogliamo di più. Io non sono soddisfatto, questo ci porterà a fare un ballottaggio il più forte possibile: occhio ai numeri perché nella stragrande maggioranza delle città i nostri candidati sono sopra il 40%. Il Pd ha problemi che deve affrontare e ci impegneremo per affrontarli», ha detto Matteo Renzi in conferenza stampa al Pd. A Roma «Giachetti ha fatto un mezzo miracolo, onore al merito, è stata una campagna molto molto difficile e ora c’è, è in campo. Se la giocherà al ballottaggio», ha sottolineato Renzi, aggiungendo che il successo M5S era abbastanza previsto. Il risultato peggiore del Pd è a Napoli, dove il Pd non riesce ad esprimersi al meglio. Napoli è città meravigliosa ma è un baco per il Pd. Renzi alla prossima direzione proporrà una soluzione commissariale molto forte.

Il M5s è il primo partito a Roma, con una percentuale che si attesta al 35,6%. Alle comunali del 2013 era al 12,82%, quindi ha quasi triplicato le preferenze. Alle Elezioni Europee del 2014 la percentuale era del 24,95%. Crollo del Pd, che si attesta al 17,2% contro il 26,26% delle comunali del 2013 e il 43,07% delle Europee. Fdi arriva al 12,3%, raddoppiando i consensi delle comunali del 2013 (5,93%) e delle Europee (5,32%). Crollo per Forza Italia al 4,2% contro il 13,46% delle Europee. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito anche a Torino. Con 107.680 voti, pari al 30,01%, i pentastellati hanno superato di un soffio il Pd, che si è fermato a 106.818 voti pari al 29,77%. La differenza è di appena 862 voti.

Conclusione? L’opposizione interna comincia ad attaccare. Matteo Renzi aveva chiesto una pace duratura, almeno fino a dopo il referendum, ma sembra che la sinistra non voglia concedergliela. C’è chi non sopporta l’idea di un governo attaccato all’ossigeno di Verdini. E dopo questo risultato il segretario-premier avrà davvero di che cosa preoccuparsi seriamente.

elezioni amministrative, matteo renzi, pd


Ernesto Giusti


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