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Fisco: oltre 3 milioni di contribuenti denunciano i redditi. Ma poi non pagano le imposte

Corte-dei-contiUn numero sempre maggiore di contribuenti dichiara le imposte e poi non effettua i versamenti. Nel 2013 il fenomeno ha riguardato oltre 3 milioni di contribuenti, in crescita del 29,3% rispetto al 2009, per un importo di 15,7 miliardi di euro (+46,8%). A rilevare il preoccupante fenomeno è la Corte dei Conti che, nel rendiconto generale dello Stato per il 2015, riporta i dati sulle liquidazioni automatizzate. Dai dati -scrive la Corte- emerge la rilevanza e gravità del fenomeno, che coinvolge milioni di soggetti per somme in progressivo preoccupante aumento.

Esaminando il fenomeno per diverse ‘sottocategorie’ di autoliquidazione si osserva che l’incremento più marcato è stato registrato per le ritenute (+147%), con mancati versamenti che sono passati da 2,3 miliardi nel 2009 a 5,8 miliardi nel 2013. Differenze meno sorprendenti, ma comunque rilevanti, hanno interessato anche i mancati versamenti Iva, che da 4,9 miliardi sono saliti a 5,6 miliardi (+13,5%), e le imposte proprie che da 3,4 miliardi sono arrivate a 4,3 miliardi (+26,2%).

L’attività di recupero delle somme mostra che solo una parte di tali importi arriva effettivamente nella casse dell’erario. Nel 2015 il recupero derivante dall’attività di liquidazione automatizzata, ammonta 6,8 miliardi con un incremento di 783 milioni sul 2014 pari a +12,8%. Tale incremento, osserva la Corte, “conferma indirettamente”, come da tempo segnalato dai magistrati contabili, “il crescente rilievo assunto dal mancato versamento delle imposte dichiarate (Iva, ritenute, imposte proprie), divenuto ormai diffusamente un’impropria forma di finanziamento delle attività economiche quando non addirittura modalità di arricchimento illecito, anche attraverso condotte preordinate all’insolvenza”.

Per la magistratura contabile “l’aggravamento del fenomeno sembrerebbe peraltro confermato dal maggiore incremento registratosi nel 2015 degli introiti da versamenti diretti mediante F24 a fronte della minore crescita delle somme derivanti da iscrizioni a ruolo, per loro natura risalenti a periodi d’imposta meno recenti”. Come già rilevato in passato, la magistratura contabile ribadisce che ”si tratta di un aspetto tutt’altro che secondario nella complessiva strategia di riduzione dell’evasione fiscale che richiederebbe la massima efficacia ed incisività dell’azione di riscossione dei tributi non spontaneamente versati”.

Il documentato rilievo della magistratura contabile conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale è ancora insufficiente, che a pagare le tasse sono soprattutto lavoratori dipendenti, pensionati, soggetti a reddito fisso, che i furbetti ai quali non vengono trattenute alla fonte le imposte trovano sempre il verso di farla franca. Ma contro questi fenomeni non sembra che si annuncino particolare interventi del Governo, teso a proteggere e facilitare la vita ai poteri forti, alle banche, alle società finanziarie, alla grande industria, a quelle categorie che, tramite l’intervento decisivo di Re Giorgio Napolitano, hanno favorito l’ascesa del rottamatore.

 

 

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