Province: dovrebbero sparire, ma i loro dirigenti, secondo la Corte dei conti, sono i più pagati
ROMA – Secondo le roboanti dichiarazioni di Renzi e del suo ministro Delrio, padre della riforma per ora abortita, le province avrebbero dovuto sparire dal nostro ordinamento, invece sono ancora vive e vegete e pare che i loro dirigenti, rimasti in sella, siano i più pagati fra quelli degli enti territoriali.
La Corte dei Conti, nella relazione annuale sulla “Spesa per il personale degli Enti Locali nel triennio 2012-2014”, ha infatti certificato che, anche nel 2014, nonostante l’avvio della dismissione delle Province, gli stipendi medi di questi dirigenti sfioravano i 100 mila euro (97.806 euro, leggermente più alti anche del 2013) contro i più modesti guadagni dei colleghi regionali (92.988 euro di media), e di quelli dei Comuni (84.935 euro).
Quanto agli impiegati, le cifre scendono di molto, ma sono sempre i dipendenti comunali quelli più poveri, con gli stipendi che si attestavano in media a 27.621, mentre stavolta i dipendenti provinciali, con 28.003 euro, sono sopravanzati dai dipendenti delle Regioni, 34.772 euro .
La Corte, fra l’altro, ha osservato che in particolare nelle Regioni e Province si sono registrati sul fronte dei dirigenti “aumenti della spesa media associati a una flessione della consistenza media”, dato che confermerebbe “la tendenza a ripartire le risorse del trattamento accessorio-parte cospicua del trattamento economico dirigenziale – tra i dirigenti rimasti in servizio”.
La spesa del comparto si è comunque ridotta a circa 14,8 miliardi di euro, di cui 2,7 per le Regioni,1,5 per le Province e 10,5 peri Comuni. Sarà destinata a ridursi con la prevista approvazione, in autunno, dei nuovi tetti agli stipendi della Pa che dovrebbero passare da 3 a 5 fasce retributive e che dovrebbero introdurre una soglia anche inferioreai100 mila euro (nelle Regioni a statuto ordinario sistematicamente superata nel 2014, quando era a quota 108 mila euro, con il picco a 140 mila euro del Trentino Alto Adige).