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Servizio civile: lo fanno i giovani più istruiti, in maggioranza donne

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ROMA – Donna, classe di età 22-25 anni, meridionale, vive in famiglia e appartiene a un ceto sociale medio-alto, è istruito e disponibile alla mobilità: è l’identikit del giovane che ha scelto di fare il Servizio civile con i bandi del 2015, quindi che sono partiti nel 2016. A tracciarlo è un’indagine dell’Isfol – che si è basato su un campione di mille volontari su quasi 28 mila – presentata oggi al Ministero del Lavoro dal sottosegretario Luigi Bobba.

“Si tratta di un’assoluta novità, capace non solo di tracciare l’identikit dei giovani in Servizio, ma anche di fungere da guida nella predisposizione del decreto legislativo in applicazione della legge delega di riforma del terzo settore e del servizio civile” ha sottolineato Bobba.

Sono dunque prevalentemente donne (65,3%) e si concentrano nelle classe di età 22-25 anni (48,1%). Provengono principalmente dal Sud (30,1%), vivono in famiglia, appartengono ad un ceto sociale medio-alto e sono disponibili a spostarsi, soprattutto se si tratta di trovare lavoro (86%). Il livello di istruzione dei volontari è decisamente superiore a quello dei loro coetanei: il 60% è diplomato, il 35% sta seguendo un percorso formativo ed il 95% dichiara di conoscere almeno una lingua straniera a livello base.

Il 44,2% dei giovani che svolge servizio civile lo fa per accrescere le proprie competenze e avvicinarsi al mondo del lavoro. Tuttavia, altrettanto forti sono le motivazioni legate alla sfera della solidarietà: il desiderio di aiutare le persone che hanno bisogno (23,5%) per motivi connessi a ingiustizie, discriminazione, bisogni fisici ed economici. Sotto il profilo delle esperienze lavorative, il 46% dei giovani ne ha avuto più d’una, mentre il 30% non hai mai lavorato. In linea di massima i volontari per il 46% si dedicano solamente al Servizio civile, mentre il 19% combina questa esperienza con attività lavorative e il 29% con attività formative. Quasi il 60% è impegnato in attività di volontariato e il 65% sostiene un’associazione. I volontari partecipano attivamente alle elezioni politiche: nel 2013 l’86% dei giovani ha votato contro una media generale del 75%. Alle elezioni europee del 2014 il rapporto è stato del 70% contro il 59%. Le priorità dei volontari sono: Lavoro (33%), sanità (19%), scuola (16%) e a seguire immigrazione, giustizia, ambiente, sicurezza. Il 35% di essi teme di non trovare l’occupazione desiderata e restare precario a lungo (23%).

Dal 2001 al 2013 quasi 300.000 giovani sono stati avviati al Servizio civile; nel 2015 il dato è raddoppiato passando dai 15.000 del 2014 a circa 35.000. Nel 2016 si prevede l’impiego di oltre 41.700 giovani. “Questo Governo crede fortemente nei giovani – ha aggiunto Bobba – che sono i veri protagonisti dell’agenda pubblica, infatti ad oggi solo per il 2016 sono stati stanziati circa 212 milioni di euro per il finanziamento di progetti del Servizio Civile. Ora dobbiamo fare in modo di coinvolgere sempre più i neet, i giovani con minori chance, e di rendere possibile a chiunque voglia fare servizio civile di partecipare” ha concluso Bobba.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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