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Università: test di medicina, un salasso da 3 milioni di euro per gli studenti

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ROMA – L’accesso alle facoltà a numero chiuso si sta rivelando un buon affare anche dal punto di vista economico per il ministero e le università interessate, mentre causa ulteriori gravosi esborsi per gli studenti e le loro famiglie. Oltre 3 milioni di euro. E’ questa la cifra che avrebbero sborsato complessivamente le quasi 63mila matricole che stanno sostenendo il test di Medicina e Odontoiatria nelle università pubbliche. La stima proviene dal portale specializzato Skuola.net, che da quasi 5 anni monitora il fenomeno.

Il meccanismo mette sullo stesso piano tutti gli studenti, a prescindere dalla zona d’Italia in cui affrontano il test: stessa data, stesso quiz, stesse modalità di svolgimento, correzione simultanea e graduatoria nazionale. Le università hanno a disposizione un pacchetto chiavi in mano: non devono né elaborare né stampare né correggere gli elaborati. Ci pensa Viale Trastevere grazie al Cineca. Eppure un elemento discriminante – osserva Skuola.net – c’è: il costo della tassa d’iscrizione al test. Perché ogni ateneo, in base alla propria autonomia, ha potuto fissare tariffe differenti.

Mediamente il costo si aggira intorno ai 51 euro. Moltiplicando questa cifra per i 62.695 che hanno perfezionato l’iscrizione (e quindi saldato il conto), si ottiene la somma totale di 3,2 milioni di euro circa. Solo per tentare l’impresa, poi, visto che appena 1 studente su 6 riuscirà a iscriversi a Medicina.

I costi, come detto, variano da ateneo ad ateneo. Si va dai 10 euro della Bicocca di Milano ai 100 euro di Salerno, Vercelli e della Seconda Università di Napoli (sempre nella stessa città, cambiando quartiere, si risparmiano 50 euro optando per la Federico II). Tirando le somme, la media nelle università pubbliche è di 51,41 euro. Le altre città (oltre le tre già elencate) in cui è più oneroso sostenere il test di Medicina risultano essere Messina (90 euro), Bologna, Ferrara, Perugia e Pisa (tutte a 60 euro). Al contrario, le situazioni più convenienti le troviamo, oltre che a Milano Bicocca, a Varese (20 euro), Cagliari (22,35 euro), Sassari (25 euro) e Padova (30 euro); tra le grandi università, si distingue Roma Tor Vergata che, con i suoi 35 euro, è tra gli atenei più “economici”. Firenze nella media con 50 euro, mentre Siena passa da 58 a 59 euro.

Minimi i cambiamenti dei singoli atenei rispetto allo scorso anno, se non per gli “sconti” della Federico II di Napoli (che passa dai 100 euro del 2015 ai 50 euro di quest’anno) e dell’università dell’Insubria di Varese (da 50 a 20 euro). Nessuno, invece, ha ritoccato più di tanto al rialzo la tariffa. Quasi ininfluenti i 5 euro in più di Modena e Reggio Emilia (da 50 a 55 euro), i tre euro in più di Padova (da 27 a 30) e l’euro in più di Pavia (da 54 a 55).

Discorso a parte per gli atenei privati che hanno al loro interno una facoltà di Medicina e che hanno già svolto i test. In questo caso i costi d’iscrizione al test lievitano, con una media di 145 euro e un picco di 170 euro per sostenere i quiz al San Raffaele di Milano, 120 euro alla Cattolica di Roma, 130 al Campus Bio-Medico e 160 all’Humanitas di Milano. Qui le possibilità di entrare sono davvero minime. Sempre al San Raffaele, ad esempio – osserva Skuola.net – visto il boom di partecipanti per i 100 posti messi a bando, solo 1 su 30 ce la fa.

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