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Economia Ue: Il Presidente Bundesbank, l’Italia ha già fruito della flessibilità ma non ha praticato politiche di austerity

weidmann

FRANCOFORTE – Il presidente di Bundesbank, Jens Weidmann, strenuo assertore della politica dell’austerity supportata dalla Germania, interviene sulla situazione attuale con giudizi poco lusinghieri sul nostro Paese, come abitudine dei falchi tedeschi. E afferma che nel patto di stabilità sono previste già eccezioni di cui l’Italia ha già abbondantemente fruito, senza peraltro riuscire a diminuire in modo sostanzioso il debito pubblico. Ecco in concreto il pensiero di Weidmann.

PATTO – Il patto contiene numerose eccezioni, non solo in caso di oneri imprevisti. Tale flessibilità è già stata stravolta e abusata, la funzione disciplinante del patto sui bilanci pubblici ne ha risentito notevolmente. Quello di cui c’è bisogno è che il governo italiano applichi e porti avanti le riforme strutturali che ha già iniziato. Il Jobs Act, così come l’Italicum hanno un approccio corretto».

AUSTERITY – In Italia non c’è stata una vera politica di austerity in Italia. Visto l’elevato debito pubblico il consolidamento di bilancio rappresenta un compito prioritario – anche per evitare che sorgano dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico. Una politica di austerity ambiziosa c’è stata soltanto in pochissimi Paesi. La Francia o la Spagna oltrepassano già da anni, con la loro politica di bilancio, i requisiti del patto di stabilità. In Italia il deficit è sceso negli ultimi tempi solo perché il Paese ha dovuto pagare meno interessi sul debito. I tassi più bassi hanno contribuito anche al pareggio di bilancio in Germania.

BANCHE – Affrontare con decisione in Italia il problema dei crediti deteriorati rappresenta un’importante premessa affinché il sistema bancario possa adempiere senza limitazioni alla sua funzione economica, in quanto i crediti deteriorati rappresentano un ostacolo alla crescita. Ciò però non deve portare a distorcere la concorrenza o far sì che proprietari e creditori possano sottrarsi alle loro responsabilità a danno dei contribuenti. Per questo devono essere rispettate le norme europee sugli aiuti di Stato e le disposizioni del Brrd (la direttiva sulla gestione delle crisi, ndr.). E, come ovunque in Europa, le banche devono verificare i loro modelli di business e ridurre i costi. Le uscite dal mercato non devono essere un tabù.

BREXIT – Finora la Gran Bretagna non ha presentato la richiesta di uscita. Dalle reazioni finora moderate al voto non bisogna concludere che l’uscita resterebbe senza conseguenze negative. Dal punto di vista economico la Gran Bretagna è legata in modo molto stretto alla Ue e alla Germania. Se si rende più difficile l’accesso reciproco ai rispettivi mercati si frena la crescita soprattutto in Gran Bretagna.

EURO – Una moneta comune stabile ha molti vantaggi per i cittadini e le imprese. Per questo è necessario che l’unione monetaria sia un’unione della stabilità, così come la politica ha promesso ai cittadini. Speculazioni su ipotetici scenari estremi non ci portano da nessuna parte.

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