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Piombino: nuova fumata nera per Aferpi. Il rilancio si complica

PIOMBINO – Nuova fumata nera per il rilancio di Piombino. Aferpi (la holding che ha rilevato gli asset della Lucchini in amministrazione straordinaria), scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, ottiene altro tempo per la presentazione di un nuovo piano industriale convincente e per fornire le garanzie di finanziamento del circolante a sostegno dell’attività siderurgica.
Le risposte nell’immediato, fornite ieri al Mise dai vertici algerini con la consegna di una lettera formale (in replica alla precedente lettera del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda), si limitano a una disponibilità a finanziare subito con 20 milioni l’attività del treno rotaie (altrimenti a rischio stop, come gli altri due laminatoi di Piombino, già fermi), con una rassicurazione sulla volontà di cercare nuovi soci e di presentare entro metà marzo il nuovo piano industriale, insieme a una tranche di finanziamenti più corposi. Rassicurazioni che, al momento, non si poggiano, però, su alcun presupposto o garanzia concrete e per questo motivo il Mise si prepara a rafforzare l’attività di vigilanza.

Il piano industriale con gli investimenti sul rilancio dell’area a caldo (Aferpi punta a realizzare un nuovo forno elettrico a Piombino) è invece atteso per il mese prossimo, insieme alle possibili alleanze, con contatti industriali già avviati da Aferpi; non si esclude, tra i partner, anche Jindal (già fornitore a Piombino) anche se qualsiasi ragionamento concreto su questo fronte potrà presumibilmente essere condotto solo a valle della gara Ilva, nella quale il gruppo indiano è impegnato in cordata con Arvedi, Cdp e Delfin.
Le parti si sono lasciate con l’impegno a programmare una serie di incontri mensili di verifiche. Alle rassicurazioni dei vertici algerini sulla disponibilità al rilancio il ministero ha replicato manifestando la necessità di prorogare per almeno un altro biennio le garanzie di tutela e i vincoli previsti dalla Prodi bis nei confronti dell’acquirente.

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