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Corte dei Conti: mancano 220 magistrati. L’allarme del presidente Martucci: «Arriva la tempesta perfetta»

Corte dei Conti, sede

ROMA – Alla Corte dei Conti mancano 220 magistrati. E sono in uscita anche i vertici. Secondo il presidente, Arturo Martucci, intervistato dal Corriere della Sera, è in arrivo la tempesta perfetta. Infatti dice:  «Le sezioni riunite sono sotto organico del 35 per cento, ed è niente rispetto al resto della Corte. Su una pianta organica di 611 magistrati siamo
attualmente 391: ma soltanto perché giusto oggi sono entrati altri dieci referendari».
E ancora:  «I concorsi ci sono, dice, ma non bastano. L’ultimo è stato bandito per 18 posti e ne abbiamo coperti dieci. La commissione esaminatrice ci ha messo due anni e nel frattempo sono andati in pensione in cinquanta. Il prossimo sarà per 24 posti, elevabili a 33. Di questo passo alla fine del 2019 il numero di magistrati si ridurrà a 364. Il vero problema adesso sono le uscite. Per effetto della legge che ha portato l’età pensionabile a 70 anni gli esodi si sono accelerati in modo impressionante. Non dico che bisognerebbe rialzare l”età, ma almeno blocchiamo il pensionamento su base volontaria, per i magistrati che ne fanno domanda. Ci si dia il tempo di fare i concorsi, magari con
procedure più rapide. E intanto il governo potrebbe designare i 15 magistrati di propria competenza che ancora deve nominare. Temo non sia chiaro cosa accadrà a fine anno».

Ecco, che cosa accadrà a fine anno? Martucci spiega: «Altri sette pensionamenti, fra cui il sottoscritto, il procuratore generale e il procuratore aggiunto. Tre delle quattro figure apicali della Corte. Non bastasse, tra ottobre e novembre scade anche il mandato del Consiglio di presidenza, il nostro organo di autogoverno. Il tutto in concomitanza con la sessione parlamentare di bilancio e le audizioni sui documenti di finanza pubblica. Una tempesta perfetta con gli organici che si riducono sempre più, i pochi nuovi innesti privi della necessaria esperienza e le funzioni sempre più gravose attribuite alla Corte dalle varie leggi».

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