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Accordo Brexit: cosa cambia per i cittadini europei che vanno in Gran Bretagna

BRUXELLES – Sia la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, sia il premier inglese Johnson hanno sottolineato con enfasi la sottoscrizione dell’accordo per la Brexit, la Gran Bretagna esce dall’Unione Europea con regole precise, riassunte in qualche centinaio di pagine, come ha mostrato agli inglesi il premier Boris Johnson quando ha dato la notizia. In attesa di esaminare più approfonditamente tutti i dettagli, riassumiamo quelle che potranno essere le principali novità per i cittadini della Ue che vorranno recarsi nel Regno Unito a partire dal 1 gennaio 2021.

Università e ricerca
Il governo britannico è uscito dal programma Erasmus. Dall’anno prossimo gli studenti europei dovranno chiedere il visto e le rette universitarie raddoppieranno – fino a 30 mila euro l’anno – perché saranno portate in linea con quanto già pagano gli studenti extra-europei. Per i giovani che sono già in Gran Bretagna per studio entro il 31 dicembre, invece non cambia nulla.
Immigrazione e turismo
Dal 1° gennaio scatta il nuovo sistema di immigrazione in Gran Bretagna. Chi arriva per lavoro dovrà avere un visto, ottenibile solo se ha già un’offerta in tasca e un salario previsto di almeno 25.600 sterline (circa 28 mila euro, meno in caso di lavori essenziali come nel settore sanitario). Agevolazioni previste anche per chi ha un dottorato di ricerca (specialmente in materie scientifiche), mentre sarà molto più difficile riuscire a venire a Londra per fare i camerieri o i commessi, come tanti giovani italiani nel passato. I turisti non avranno bisogno di visto, ma sarà necessario il passaporto e non si potrà restare per più di tre mesi.
Finanza e valuta
L’accordo non copre il settore finanziario, ma nella City molte aziende si sono già messe ai ripari spostando attività e personale in Europa: l’esodo di banchieri e fund manager da Londra è stato però finora contenuto, non avendo superato il 4 per cento del totale. Un salasso invece per i fondi d’investimento made in Uk, che hanno visto oltre 2 miliardi di dollari ritirati dai loro portafogli. L’Italia L’anno scorso l’interscambio fra Italia e Gran Bretagna era stato di circa 30 miliardi, con 20 miliardi di nostre esportazioni e dieci di importazioni (dunque un saldo largamente attivo). Quest’anno la pandemia ha visto i volumi contrarsi di circa il 20 per cento, ma il 2020 dovrebbe comunque chiudersi con un interscambio di circa 25 miliardi. Molte aziende dovranno adattarsi al nuovo regime doganale, che comporta comunque un aggravio di costi.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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