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Italia non rispetta gli impegni per la cooperazione internazionale. Il rIchiamo delle Ong al governo

Farnesina

Papa Francesco, nell’omelia della messa per la notte di Natale, ha richiamato ancora una volta la necessità di prestare attenzione ai poveri, ai dimenticati delle periferie non solo dell’Italia, ma del mondo. Il Governo italiano non sembra ancora rispondere concretamente a quest’appello del Pontefice, almeno da quanto risulterebbe dalle legge di bilancio che prevede un  intervento per la cooperazione internazionale per lo sviluppo e la lotta alla povertà, ancora insufficiente.  L’Italia continua a rimanere inadempiente rispetto agli impegni assunti internazionalmente per la cooperazione allo sviluppo, che dovrebbero raggiungere lo 0,70% del RNL entro il 2030. Siamo ancora ben lontani e i nuovi stanziamenti non spostano dallo 0,22%/RNL l’impegno italiano.

La legge di Bilancio definisce un graduale aumento delle risorse per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) fino al 2026, un arco temporale superiore al triennio in esame al fine di garantire certezza alle programmazioni che saranno definite. Si tratta di 350 milioni nei cinque anni. Gli stanziamenti triennali 2022-2024 per l’APS (Assistenza pubblica allo sviluppo), suddivisi per ministeri e definiti seguendo i criteri fissati dal Comitato per l’assistenza allo sviluppo (DAC) dell’OCSE. Per il 2022 si tratta di € 5.557.340.962 (competenza), suddivisi in missioni e programmi dei ministeri coinvolti.

La parte del leone la fa il ministero dell’economia e delle finanze con € 2.549.913.172 (46%), seguito dall’interno con 1. 543.299.423 (28%), gli affari esteri e la cooperazione internazionale con 1.307.628.736 (24%), le infrastrutture e la mobilità sostenibile con 68.117.388, la transizione ecologica con 53.323.781, l’università e la ricerca con 19.354.714, la salute con 14.736.875, lo sviluppo economico con 966.874. Si tratta di cifre complessive, che comprendono tutte le attività e i servizi che possono essere ricondotti all’APS.

Il ministero dell’economia e delle finanze nel 2020 ha gestito erogazioni pari al 52,83% dell’APS complessiva (in particolare contributi a banche, a fondi di sviluppo e al bilancio dell’Unione Europea destinato alla cooperazione allo sviluppo, operazioni sul debito, importi di competenza CDP e SACE). Il ministero dell’Interno nel 2020 ha erogato il 5,62% dell’APS destinato all’assistenza temporanea in Italia dei rifugiati e richiedenti asilo. Risulta essere la seconda istituzione per assegnazione di fondi. In questo quadro Le Ong interessate hanno presentato proposte di redistribuzione per favorire i progetti di cooperazione allo sviluppo, e alcuni di queste proposte sono state recepite min emendamenti presentati da parlamentari del Pd.

Ma nonostante questi sforzi l’APS complessivo da tre anni è rimasto fermo allo 0,22% del RNL, posizionando l’Italia al ventesimo posto, in rapporto al RNL, dopo Irlanda, Austria, Islanda, Ungheria, Nuova Zelanda, Spagna. E’ una situazione alla quale alcune forze politiche (ovviamente di sinistra) e le Ong interessate chiedono di porre rimedio, perché l’Italia si adegui agli impegni internazionali assunti,

 

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