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Alessio Gramolati, segretario regionale Cgil

Intervista a Gramolati (Cgil): «Epifani segretario Pd? Dimostra che la situazione è difficile»

Alessio Gramolati, segretario regionale Cgil
Alessio Gramolati, segretario regionale Cgil

FIRENZE – Il cambiamento: uno dei punti cardinali attorno al quale è ruotato il corso di formazione sulla contrattazione, organizzato da Smile Toscana per la Camera del Lavoro di Siena e al quale ha presenziato Alessio Gramolati, segretario regionale della Cgil.

Segretario, conferma che il nodo cruciale del momento storico che stiamo vivendo sia il cambiamento?

Assolutamente sì, e per affrontarlo la formazione non basta. Stiamo vivendo un tempo in cui è necessario avere la consapevolezza che superare la crisi non deve significare il ripristino di quello che c’era prima. La soluzione ai problemi non sta nelle risposte del passato ma nello sperimentare nuove proposte. Quello che oggi manca è il lavoro, ecco perché la nostra organizzazione deve essere capace di contrattare. Ma non siamo pronti del tutto, perché ci stiamo muovendo su un terreno nuovo e  non è detto che la conoscenza delle tecniche garantisca un risultato. In questo modo, non possiamo rispondere alla grande questione del nostro Paese: il lavoro giovanile.

Come si declinano i problemi della Cgil?

Non si può avere una funzione taumaturgica, bisogna piuttosto organizzare le persone. Ci vuole innovazione sia sul piano organizzativo che sul piano dei contenuti. Abbiamo lavorato per anni, internamente, sulla spending review e o ci lavori per cicli lunghi oppure non funziona. Quello che abbiamo recuperato dal costo della struttura regionale è andato a finire sui territori e quest’anno abbiamo lavorato soprattutto sui giovani mettendo insieme un gruppo di 24 ragazzi che a partire da un corso di formazione stanno misurandosi con questa sfida. Il tema è ‘Organizzare i non organizzati’.

Quali le aspettative e le sfide che la società vi pone?

Rompere la nostra ortodossia, gli schemi mentali pregressi. La rete non è lo strumento per reprimere ma per condividere. Per quanto riguarda le sfide, sui giovani c’è quella di rompere la dimensione della contrattazione difensiva.

Una delle notizie più recenti riguarda l’alto tasso delle ore di cassa integrazione che la Toscana ha registrato. Un trend negativo. Come risolverlo?

La Toscana sta vivendo una situazione di polarizzazione. Il 30% dell’apparato economico produttivo (servizi, manifattura, terziario) è esposto al mercato internazionale attraverso un modello di specializzazione molto alto che va piuttosto bene e che sta trascinando l’export nazionale. C’è poi un’altra porzione – che corrisponde al 40% – che sta perdendo occupazione perché ha un basso modello di specializzazione ed è rivolta al mercato interno, risentendo delle politiche interne. Infine, un altro 30% è in stand-by, perciò bisogna impedire che questa percentuale discenda ulteriormente e far sì che si emancipi verso un modello organizzativo più alto.

Passiamo alla politica. L’elezione di Epifani, già leader della Cgil, come segretario del Pd può essere per la vostra organizzazione un boomerang?

Ognuno va misurato nel luogo dove opera e lui verrà misurato in questa dimensione. Epifani è stato un buon segretario con buone capacità organizzative che se metterà al servizio del partito democratico potranno fare solo che bene. In questo momento però, non è il problema ma nemmeno la soluzione. Il fatto che fino ad ora non fosse mai accaduta una cosa del genere, dà la dimensione della crisi. E’ positivo che ci sia una persona che mostra coraggio e spirito di servizio, ma che si ricorra a lui dimostra quanto sia difficile la situazione che stiamo vivendo, perché Epifani fa notoriamente un altro mestiere.

Lavoro


stefania ressa

Giornalista

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