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Pensioni: 110mila pensionati in più nel 2020, la stima di Itinerari previdenziali

sede Inps  ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA – Sono oltre 267mila le persone andate in pensione con Quota 100 nel 2019-2020, un numero molto inferiore rispetto alle previsioni legate alla misura del Governo gialloverde che stimavano nel triennio quasi un milione di uscite. E’ quanto emerge dal Rapporto Itinerari previdenziali presentato oggi. Nel solo 2020 le persone uscite con Quota 100 sono state 117.034, un numero inferiore a quelle andate a riposo con la pensione anticipata (176.924), ovvero dopo aver raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi se donna) e aver atteso il periodo di finestra mobile.

Per effetto di Covid-19 che incentiverà la propensione al pensionamento anticipato degli italiani, i quali potrebbero cioè finire col ricorrere a Quota 100 e provvedimenti correlati come a una sorta di ammortizzatore sociale, il documento stima che nel 2020 il numero di pensionati possa aumentare di circa 100mila unità e crescere anche nei mesi successivi, deteriorando per qualche anno il rapporto attivi/pensionati.

Allo stesso modo, mentre le entrate contributive risentiranno delle difficoltà occupazionali, la spesa pensionistica sconterà l’incremento dovuto alla pandemia, toccando livelli persino superiori a quelli della crisi del 2008: per il disavanzo INPS, al netto dei trasferimenti del bilancio dello Stato, l’ipotesi per il biennio 2020-2021 è un aumento fino a 33 miliardi, per poi rientrare su livelli più fisiologici a partire dal 2023.

«Se, sul fronte previdenziale, si rende auspicabile non ricorrere ad altre forme di anticipo estemporanee, sfruttando la scadenza di Quota 100 per una vera e più equa revisione della normativa Fornero – ha chiosato Brambilla – dall’altra parte l’esecutivo ha già in mano strumenti e misure necessarie per contrastare gli effetti dello sblocco dei licenziamenti e dell’esaurimento della cassa integrazione Covid. Servono però interventi veloci e di qualità, che agiscano su almeno due leve: innanzitutto, il piano vaccini che, ancor più se unito a una massiccia campagna tamponi e alla disponibilità di terapie efficaci, potrebbe rimettere in moto l’economia una volta raggiunta l’immunizzazione di almeno il 65% della popolazione e, non meno importante, l’impiego delle risorse europee e l’avvio della Sblocca Cantieri con la nomina urgente dei commissari. Basterebbe il dispiegamento dei fondi esistenti in tre anni per recuperare totalmente l’occupazione persa per colpa della pandemia».

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