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Polizia locale: dopo oltre trent’anni avviato iter riforma attesa a lungo dagli operatori

Uno dei settori più dimenticati da tutti i governi di centrodestra e di centrosinistra negli ultimi 30 anni è stato quello della polizia locale, che invece avrebbe avuto bisogno di numerosi adeguamenti, considerati i maggiori poteri d’intervento che i sindaci hanno avuto negli ultimi anni in tema di sicurezza e in particolare in tema di polizia locale. Basti citare l’ultimo provvedimento del ministro Minniti su questo tema, che ha sancito la copresidenza di prefetti e sindaci metropolitani nell’apposito comitato, per dare un’idea dei poteri d’intervento dei primi cittadini delle città metropolitane.

La Lega in particolare ha sempre visto con favore l’adeguamento delle regole su questo tema. Infatti il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega proposto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di concerto con il titolare della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiomo.

Si tratta di disegno di legge delega, quindi non vi sono norme immediatamente applicabili, ma solo la fissazione di una serie di principi ai quali la legislazione attuativa dovrà ispirarsi.

Il provvedimento riporta la «definizione della polizia locale» e le «diverse tipologie di funzioni e compiti che in essa rientrano»; disciplina l’accesso ai ruoli e la progressione di carriera; definisce le qualifiche articolati in ruoli distinti: agente o ufficiale di polizia giudiziaria, agente di polizia tributaria e agente di pubblica sicurezza. In quest’ultimo caso la competenza è attribuita al prefetto.

Il regolamento di servizio stabilisce la dotazione organica del personale, l’organizzazione del servizio, i dispositivi di tutela dell’incolumità, come il giubbotto antiproiettile o gli scudi, le armi compreso il taser.

Le Regioni, inoltre, nell’ambito delle loro competenze, potranno disciplinare le modalità e i tempi per l’istituzione dei corpi di polizia locale: il numero minimo di operatori non potrà essere inferiore a 15. Le uniformi e i segni distintivi dovranno escludere «la stretta somiglianza con le uniformi e i segni distintivi delle forze di polizia statale e delle forze armate».

Il testo inoltre prevede che «il decreto attuativo disciplini le forme di collaborazione con le Forze di polizia anche attraverso il collegamento tra il numero unico di emergenza 112 e le sale operative dei corpi di polizia locale nonché le procedure di accesso al Centro elaborazione dati».

Mentre «il regolamento di servizio della polizia locale»,  dovrà stabilire «nel rispetto dei criteri generali fissati dalla legislazione regionale, la dotazione organica del personale secondo i principi di economicità e funzionalità e in rapporto a specifici indicatori concernenti l’assetto del territorio, la densità della popolazione nonché i tassi di incidenza degli illeciti più significativi per la sicurezza locale».

I tempi di attuazione però si prevede non saranno brevi. Una volta approvato dal Parlamento il disegno di legge delega, il governo ha tempo un anno per emanare il decreto attuativo. Quest’ultimo viene trasmesso alla Conferenza unificata e al Consiglio di Stato che devono emanare i loro pareri entro 45 giorni. Lo schema di decreto legislativo «è successivamente trasmesso alle Camere per l’espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari»: queste dovranno pronunciarsi entro sessanta giorni. Infine, entro un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione, il governo può adottare «uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive». Siamo solo agli inizi, ma dopo oltre un quarto di secolo era soprattutto importante ripartire.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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