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Agente inquisito: anche il Sap reagisce, i tutori dell’ordine non sono tutelati

ROMA – Il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) organizza un volantinaggio, giovedì 1 luglio alla stazione Termini a favore del poliziotto che la settimana scorsa ha sparato contro un uomo che minacciava i cittadini e gli agenti con un’arma da taglio e che ora è indagato ‘per atto dovuto’. ‘

«Vogliamo servire il nostro Paese al meglio, ma esigiamo di farlo in sicurezza – afferma il Sap in una nota – Negli anni chi veste una divisa ha subìto una continua opera di delegittimazione, denigrazione, strumentalizzazione e gogna mediatica. Oggi chi scende in strada o siede su una volante per garantire la sicurezza del Paese è un eroe! Oltre a esporre se stesso, rischiando la propria incolumità e la propria vita, espone anche la serenità e il futuro della propria famiglia, perché la tutela legale per fatti di servizio dobbiamo pagarla di tasca nostra. Siamo vittime dell’atto dovuto – prosegue il sindacato – e delle controdenunce come strategia difensiva che ci costringono a sostenere personalmente le spese legali e peritali. È necessario che sia l’Amministrazione a pagare da subito la difesa. Il poliziotto agisce per tutelare un interesse pubblico e non un suo interesse personale. Servono chiari protocolli operativi che individuino cosa si può fare, quanta forza può essere usata e quali strumenti possono essere utilizzati. Servono dotazioni adeguate come taser, bodycam, e giubbetti antitaglio. La sperimentazione del taser ha dimostrato che su 15 interventi in 14 vi è desistenza da parte della persona da fermare, quindi niente utilizzo della forza e dei mezzi di coazione fisica. Il Taser è uno strumento di non violenza. Inoltre – spiega il Sap – dotare gli uomini delle forze dell’ordine delle bodycam sulle divise, sulle auto e in tutti gli uffici di polizia rappresenta uno strumento di garanzia e trasparenza per tutti. I Poliziotti non temono di dover rispondere delle proprie azioni e operato di fronte alla comunità».

Quelle sull’oltraggio, sulla violenza e resistenza a pubblico ufficiale sono norme blande e inefficaci; per come oggi sono applicate esse non svolgono la necessaria funzione di deterrenza – sottolinea il sindacato di polizia – Il rispetto per chi serve il Paese e il suo livello di civiltà passa anche dal riconoscimento e dalle tutele per i suoi servitori. Servono tutele e garanzie professionali. Oggi in Parlamento giace un disegno di legge presentato da un poliziotto, uno di noi, dall’On. Gianni Tonelli che se approvato consentirà di garantire trasparenza e sicurezza all’operato delle Forze dell’Ordine al fine di svolgere la loro funzione in modo sicuro, efficace e garantito. Tutto ciò parte dalla previsione di tutele legali, alla ridefinizione dei procedimenti penali nei riguardi delle Forze dell’Ordine per fatti di servizio fino ai protocolli operativi. Non vogliamo una dignità differente rispetto ai cittadini davanti alla legge, ma vogliamo poter svolgere la nostra professione di servizio nel rispetto della nostra dignità e in condizioni di ragionevolezza. La vicenda della stazione Termini a Roma – conclude il Sap – ha messo ancora una volta in luce tutte le criticità della nostra professione. Chi difende i difensori? Il nostro è un ordinamento che tutela solo chi delinque e non le vittime e le Forze dell’Ordine. Quanto accaduto sia di stimolo per cambiare le norme e correggere il sistema. Ogni giorno sono centinaia gli interventi che ci espongono a rischi e responsabilità abnormi. E’ ora di invertire la rotta».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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