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I ricercatori fanno impresa

L’Università di Firenze fa rima con spin off

I ricercatori fanno impresa
I ricercatori fanno impresa

FIRENZE – E’ una delle realtà sulle quali l’Università degli Studi di Firenze sta investendo maggiormente le sue energie negli ultimi tempi. Stiamo parlando dello spin off: un percorso di consulenza e affiancamento che può portare alla trasformazione dell’idea di una ricerca universitaria in un’azienda. Dal novembre 2010 sono stati ammessi alla pre-incubazione 57 progetti che hanno coinvolto oltre 250 giovani ricercatori, dottori di ricerca, dottorandi, assegnisti e giovani laureati, oltre ad una cinquantina di docenti strutturati: ben 14 sono diventati spin-off. Insomma, il dialogo tra ricerca universitaria e trasferimento della conoscenza tende a farsi sempre più stretto coinvolgendo un centinaio di unità. E’ quanto emerge dall’azione dell’Incubatore Universitario Fiorentino (IUF) – gestito da Csavri, Centro servizi dell’Ateneo per la valorizzazione della ricerca – all’opera a pieno ritmo da due anni presso il polo scientifico di Sesto nella fornitura di servizi di formazione, consulenza, supporto logistico ed economico a quei gruppi di ricerca dell’Università di Firenze che desiderino trasformarsi in impresa. Compito di Csavri è quello di verificare che le idee proposte dai gruppi dei ricercatori abbiano ampio margine di funzionamento.

Ma in cosa consiste il percorso sopra citato? Il gruppo di ricerca viene messo in contatto con una rete di ricercatori di economia che aiutano coloro che vogliono costituirsi come spin off ad elaborare un business plan, e formatori che elaborino la presentazione dell’idea destinata ad eventuali investitori. A garantire la qualità dello spin off è l’Università di Firenze, “che sta investendo con convinzione nel campo del supporto ai progetti di impresa innovativa”, spiega Marco Bellandi, prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Firenze, intervenuto all’incontro “L’Incubatore Universitario Fiorentino” all’inizio del 2013. “Abbiamo tenuto questo incontro a Careggi – prosegue Bellandi anche per sottolineare  le opportunità del trasferimento dell’innovazione nel settore biomedico, con lo sviluppo di buone idee dalla ricerca universitaria e dalla vita ospedaliera”.

Rettorato dell'Università degli Studi di Firenze
Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze

Portavoce di quello che è stato considerato uno spin-off di successo è Alessandro Lori, ingegnere di KKT: azienda che si occupa di fornire consulenza e prodotti software in termini di ricerca operativa. “Noi studiamo quelli che sono i problemi decisionali che le aziende si trovano ad affrontare all’interno della loro catena di fornitura – spiega Lori -; i nostri software permettono di raggiungere dei risultati a cui si arriverebbe solo applicando le tecnologie che portiamo con noi dal mondo della ricerca e riducendo gli sprechi. Ci rivolgiamo soprattutto al privato, in particolare alla logistica, risolvendo ad esempio i problemi che hanno i trasportatori nella distribuzione delle merci, senza contare il lavoro fatto sulla pianificazione della produzione manufatturiera in generale e sul supporto alle aziende nella turnazione del personale”.

Un esempio, invece piuttosto recente, di una cooperativa che si è costituita come spin off è costituito dai Laboratori Archeologici San Gallo. “Siamo un gruppo di ricercatori fiorentini che si occupa di archeologia medievale – fa sapere la dottoressa Elisa Pruno – e puntiamo a lavorare nell’ambito della ricerca. L’obiettivo è quello di creare contatti di lavoro più stretti con il settore privato, convinti che saremmo un’ottima risorsa che consentirebbe loro di risparmiare tempo e denaro”. Non resta che fare tanti auguri.

Scuola e Università


stefania ressa

Giornalista

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