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Forteto, cortocircuito politico e giudiziario

Sul ‘caso Forteto’ la domanda non è solo com’è stato possibile, ma soprattutto come mai è potuto durare oltre 30 anni tra silenzi, connivenze, esaltazioni culturali, passerelle politiche, deroghe alla legge. Su questo dobbiamo interrogarci e dobbiamo farlo perché il Forteto non è solo la storia atroce e violenta di una comunità lager, ma è anche il volto di come il conformismo del sistema di potere della sinistra riesce a tenere sotto scacco una Regione.

Questo è il punto focale di cui discutiamo e che non a caso abbiamo voluto definire un vero e proprio cortocircuito. I piani, infatti, sono due. C’è il piano dei fatti che raccontano di violenze inaudite e abusi tremendi che sono espressione di una perfidia sistematica e raffinata così atroce e così enorme che fa pensare al male assoluto che prende le sembianze della quotidiana banalità.

Qui raccontare la verità è un dovere morale verso le persone che sono state vittime e alle quali dobbiamo rispetto e più ancora concreta dimostrazione di stare dalla loro parte. Accanto ai fatti, però, ci sono gli antefatti che sono la cornice incredibile di questa vicenda. Antefatti che hanno reso possibile che i fatti si perpetuassero indenni per decenni andando oltre le evidenze, le storie, le sentenze di condanna. Gli antefatti sono il mix micidiale che ha visto l’unione della pseudo cultura cattocomunista e del sistema di potere.

Il cattocomunismo è stato lo sfondo teorico, quant’anche distorto, della vicenda Forteto; perché il Forteto era il “mondo” diverso e buono che tendeva a superare i legami borghesi, il concetto della famiglia tradizionale, la teoria del capitalismo secondo una visione pauperista e buonista. Il Forteto, in quel lembo di terra, era il piccolo mondo perfetto.

Lì vi erano i buoni, dall’altra parte i cattivi; lì si era realizzato il modello, il paradigma e lo si era fatto alla luce del sole perché il Fiesoli – elevato dalla sinistra a roussoiano buon selvaggio vittima anche della giustizia conservatrice e retrograda rappresentata dal Magistrato Carlo Casini- non ingannava quando raccontava le basi teoriche del “suo” Forteto. E tutti applaudivano, perché evidentemente quel modello lo condividevano.

Poi negli anni è risultato evidente che dietro al modello – che già di per sé e solo nella sua “fisiologia” trovo aberrante – si nascondevano atroci violenze. Ma nulla si è detto perché il sistema di potere fa da muro, perché i compagni non sbagliano e se sbagliano si coprono e se non si riesce a coprirli allora si deve tentare di emendarli in silenzio.

Mai però il mondo esterno deve metterci bocca perché scatta il soccorso rosso, scatta pavloviana la difesa ideologica che ha il volto di tante e tante persone che negli anni hanno fatto da muro. Ecco perché il Forteto è una storia “politica” oltre che criminale perché dimostra come la “rossa” Toscana sia disposta a negare l’evidenza se il male, e stavolta è male assoluto, è partorito da figli suoi.

Negare, coprire, nascondere, minimizzare anche dinnanzi a fatti gravissimi. E’ qui che il sistema diventa patologico, è qui che la Toscana diventa un caso anomalo, è qui che si capisce come l’alternanza sia difficile in un territorio come questo. Ecco perché anche con il ruolo di Portavoce dell’Opposizione in consiglio regionale ci siamo interessati al Forteto: non solo per ragioni umane e personali di solidarietà vera alle vittime che hanno il diritto alla giustizia e alla verità, ma anche perché se la Toscana “rossa” ha potuto sopportare il Forteto e quasi ingoiarlo vuol dire che è disposta a tutto pur di non ammettere gli errori che fa e pur di costruire una cortina di ferro tra i suoi sbagli e la verità.

Non si capisce il Forteto se non si conosce la Toscana “rossa” e non si capisce la difficoltà di chi sta dall’altra parte, culturalmente e politicamente, se non si entra dentro l’inferno Forteto come “caso” di scuola di ciò che è un sistema di potere. Il chiarimento aiuta quindi la comprensione dei fatti potendo rimuovere le cause a vantaggio di tutti: centrodestra e centrosinistra.

consiglio regionale


Stefania Fuscagni

Consigliere regionale Pdl in Toscana
Portavoce dell'opposizione
redazione@firenzepost.it

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