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Ciclismo e lamentele

Mondiali ciclismo FiesoleSi avvicinano i mondiali di ciclismo ed aumenta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Ma tra le righe continua a trasparire un atteggiamento guardingo, pronto a cogliere ogni pur minimo sintomo di inefficienza, a dar voce a qualsiasi disagio recato al ripetitivo scorrere delle abitudini quotidiane dei nostri concittadini.

Intendiamoci. Ciò constatando non si vuole certo mettere in discussione il diritto di critica, sempre irrinunciabile, non solo quando è finalizzato a stigmatizzare evidenti disfunzioni.

Riteniamo tuttavia che suonino stonate quelle note che, ancorchè legittime, esprimono il professionismo della lamentela, specie se i destinatari dei commenti e delle valutazioni appartengono alla classe politica.

Sono postille fuori luogo perché, se si eccettuano le manifestazioni legate al mondo della moda e qualche sempre più rara mostra museale di livello, l’evento ciclistico si annuncia come una delle poche iniziative non provinciali di questo scorcio temporale.

Plauso quindi a chi ha voluto porre Firenze, come merita, su un proscenio internazionale facendone, per una settimana, la Montecarlo della bici. Una scelta che dovrebbe essere generalmente sostenuta, senza riserve mentali, perché l’occasione consentirà di riproporre a decine di nazioni l’immagine della città.

In tempi passati si era parlato addirittura di candidare Firenze per i giochi olimpici. In proposito, se è vero che un tale progetto appare avventuroso per le dimensioni e gli equilibri della città, la capacità di organizzare al meglio un evento sportivo di portata mondiale può solo suonare come conferma di efficienza ed affidabilità, suscettibile di generare attrattiva, non solo per il turismo e la cultura, ma anche per investimenti in altri settori dell’economia, di cui non si può negare la crescente necessità.

Si aggiunga che il ciclismo è sport per eccellenza nella nostra regione, che nel pedale annovera tanti campioni di ieri e di oggi. L’avvenimento premia pertanto anche la grande passione che la bicicletta genera tra gli abitanti di Firenze e della Toscana.

Si guardi infine agli innegabili effetti positivi immediati, non soltanto conseguenti alla massa di presenze che satureranno le capacità ricettive e apporteranno profitti notevoli agli operatori turistici. Taluni si sono rammaricati per i problemi dovuti alla sistemazione delle strade. Intanto l’asfalto è stato rifatto ad un bel po’ di viabilità. Magari vi fossero i finanziamenti per interventi più generali: se sono così utili i mondiali facciamoli allora anche l’anno prossimo!

I campionati di ciclismo non possono essere comunque il fiore all’occhiello di una giunta o di un partito. Dovranno essere invece il segno di un modo di essere, di un desiderio di proporsi e di una capacità di realizzare, tutte qualità caratteristiche, oggi purtroppo non sempre pienamente espresse, della popolazione toscana.

Allora, cari amici, più che a piangere, pensiamo a pedalare.

 

Mondiali di ciclismo

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