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La Loggia del Bigallo in piazza San Giovanni a Firenze

Storia di Firenze, la Loggia del Bigallo

La Loggia del Bigallo in piazza San Giovanni a Firenze
La Loggia del Bigallo in piazza San Giovanni a Firenze

Firenze, piazza San Giovanni. La trecentesca Loggia del Bigallo e l’attiguo palazzetto, già antica sede dell’Arciconfraternita della Misericordia dal 1321, furono ristrutturati fra il 1352 e il 1358. La loggia, dall’architettura religiosa e civile insieme, di stile gotico, è costituita da due bellissime arcate a tutto sesto formanti un angolo retto, chiuse da parapetti e cancelletti, e decorate con ornamenti marmorei in rilievo di bellissima fattura. Fu costruita dall’architetto e scultore Alberto Arnoldi, capomastro di Santa Maria del Fiore ed eccellente aiuto di Francesco Talenti.

Nel 1425 qui si trasferì, riunendosi alla Misericordia, la Compagnia Maggiore di Santa Maria, fondata nel 1244 dal noto frate predicatore dell’ordine domenicano Pietro da Verona (poi San Pietro Martire), chiamato a Firenze per debellare il proselitismo patarino che stava mettendo radici nella città. Appena giunto, con la sua energica foga che, «come una tuba di Gedeone, predicava ed atterriva, colla parola avvincente e forte gli eretici» il frate sbalordì talmente tanto da poter fondare alcune compagnie religiose-militari che contrastassero fisicamente gli avversari, alle quali consegnò bandiere con la croce rossa in campo bianco, a similitudine dell’insegna che contraddistingueva i cristiani delle Crociate. Questo determinò la vittoria sull’eresia (1245), dopo sanguinose guerriglie cittadine.

Pietro da Verona, il 6 Aprile 1252, durante il ritor- no nella terra natale, fu ucciso da un sicario degli eretici. Egli morì scrivendo con il proprio sangue sulla nuda terra, il proprio testamento spirituale: «Io credo».

Dopo la vittoria sui Patarini, la Compagnia Maggiore di Santa Maria abbandonando il carattere militaresco voluto dal fondatore, non si sciolse, ma esercitò la carità dando assistenza ai bisognosi e dedicandosi alla gestione degli ospedali e alla cura dei poveri orfanelli.

Nello stesso anno la compagnia mutò anche il nome in quello di Santa Maria del Bigallo, in quanto le fu affidato lo Spedale di Santa Maria di Fonte Viva, detto «del bigallo», posto cinque miglia fuori Porta San Niccolò nel popolo di San Quirico a Ruballa, sulla vecchia strada Aretina, al bivio con Via del Gallo in località detta «l’Apparita». Tale incrocio era anticamente conosciuto come Bivio Del Gallo – Bivius Galli – da cui il nome bigallo.

Ma la convivenza dal 1425 nella stessa sede fra le due compagnie, del Bigallo e della Misericordia, risultò assai precaria tanto che quest’ultima si trasferì, prima nella vicina, retrostante chiesa di San Cristofano degli Adimari, per passare poi in modo definitivo nell’attuale sede di Piazza del Duomo, mentre i Capitani del Bigallo rimasero nell’artistico ambiente dall’elegante loggia, che servì ad esporre al pubblico i fanciulli smarriti o abbandonati affinché fossero rintracciati, riconosciuti o affidati ad una caritatevole adozione.

Oggi il Bigallo, ospita nelle sue antiche sale come quella del Consiglio, un piccolo museo con alcune opere d’arte di gran pregio. All’esterno, tuttora la loggia vede nella parte superiore, in corrispondenza dei due archi, altrettante aggraziate bifore protette da una sporgente grondaia: dalla parte che si affaccia sul Battistero, vi sono tre piccole nicchie a tabernacolo cuspidato di scuola pisana, che accolgono nel centro la Madonna col Bambino, ai lati San Pietro Martire e Santa Lucia protettrice dei fanciulli.

 

Dal libro di Luciano e Ricciardo Artusi «A occhio e croce» – Passo dopo passo curiosando in piazza del Duomo – Firenze Leonardo Edizioni 2013. Per gentile concessione dell’Editore.

 

Storia di Firenze, tradizioni fiorentine


Luciano Artusi


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