Gioconda, si cerca il suo segreto nel dna di Monnalisa
FIRENZE – Nella ricerca dei resti mortali di Monnalisa Gherardini, la Gioconda di Leonardo da Vinci, si fa ora strada una nuova ipotesi. I resti della Gioconda furono traslati dalla chiesa di Sant’Orsola nella Cappella dei Martiri della basilica della Santissima Annunziata a Firenze? Ipotesi avanzata da Silvano Vinceti, responsabile della ricerca sui resti mortali della Gioconda, che ha presentato i risultati dell’esame con il radiocarbonio 14 per datare i tre scheletri femminili rinvenuti durante gli scavi archeologici.
La soluzione del caso sarà possibile solo dal confronto con le caratteristiche genetiche dei figli di Lisa Gherardini sepolti nella basilica. Ci vorranno tre mesi per conoscere gli esiti delle analisi sul Dna che verranno condotte al Dipartimento di conservazione dei beni culturali di Ravenna, sede dell’Università di Bologna. Due dei tre scheletri esaminati con il C14, quelli ritenuti compatibili per età e sesso con Lisa Gherardini, sono risultati di alcuni decenni precedenti la morte della gentildonna, avvenuta il 15 luglio del 1542 a 63 anni. Sul terzo scheletro, quello sul quale si concentrava l’attesa da parte dei ricercatori, non è stato possibile eseguire la datazione a causa del pessimo stato di conservazione. Proprio su questi resti si tenterà l’esame del Dna.
«L’esame del Dna è la prova regina di questa lunga e complessa ricerca, speriamo in un risultato positivo» ha commentato Silvano Vinceti. «E’ stato possibile datare finora soltanto due dei tre campioni pervenuti nei nostri laboratori -ha dichiarato il professore Lucio Calcagnile, responsabile del Centro di Datazione dell’Università del Salento, che ha eseguito i primi esami del carbonio 14- Il campione della tomba 6 non è stato possibile datarlo per la forte diagenesi e la mancanza di collagene; per gli altri due campioni, provenienti dalle tombe 7 e 8, è stato possibile datare lo smalto dei denti. Tuttavia, in entrambi i casi, le datazioni si collocano tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo con un livello di confidenza del 95,4%».
«Questi primi risultati hanno un segno negativo ma l’avevamo messo in conto. Sappiamo anche che il C14 è sì un esame fondamentale per datare il periodo storico dei resti ma, quando questo non è praticabile occorre tentare con altri metodi. Tra questi, l’esame comparato del Dna, potrebbe dare la risposta definitiva se abbiamo o non abbiamo ritrovato le spoglie della modella utilizzata da Leonardo. Nelle prossime settimane si procederà al prelievo di campioni dai resti dei discendenti di Lisa Gherardini ritrovati nell’agosto scorso, nella cappella della famiglia Del Giocondo nella Basilica fiorentina della Santissima Annunziata, per il confronto del Dna con il terzo resto mortale su cui non è stato possibile compiere l’esame del carbonio 14» ha annunciato Silvano Vinceti.
valeria d'aquino
Una notizia surreale. Per la cronaca non è che occorresse il C14 per arrivare ad un risultato che già si conosceva su base stratigrafica… e da molti mesi e, guarda caso, fu espresso esattamente negli stessi termini (fine secolo…metà secolo). Attendiamo con curiosità i risultati (comunicati solo alla stampa e non agli enti che tali campioni hanno consegnato) sulla 6 per farci grasse risate.
Cordialità