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Elezioni 2014, Grillo a Firenze: «Sono l’erede di Berlinguer»

Il comizio di Beppe Grillo in piazza SS Annunziata
Il comizio di Beppe Grillo in piazza SS Annunziata

FIRENZE – Un’ora spaccata di quello che definisce «non un comizio, ma qualcosa di diverso, perché qui c’è un affetto che ci lega». Un’ora esatta di parole urlate a valanga, con perfetta padronanza dei tempi e del palco. Un’ora con la quale Beppe Grillo ha entusiasmato, mercoledì sera a Firenze, almeno 5mila persone concentrate in piazza Santissima Annunziata per ascoltarlo a 5 giorni dalle elezioni europee e comunali. «Il 25 è il voto più politico della nostra vita» è stato il grido finale del leader del Movimento 5 Stelle, «o noi o loro!», e «tutti a Roma il 23 in piazza San Giovanni».

Ma prima Grillo ha calamitato l’attenzione della piazza su tutti i suoi temi più cari, al centro della campagna elettorale dei pentastellati: dall’abolizione del fiscal compact, che «non si discute, si straccia», all’adozione degli eurobond, pena il rifiuto del pagamento del debito pubblico, «immorale», e dall’alleanza tra i Paesi mediterranei per promuovere un Euro a due velocità all’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione, fino al referendum sulla permanenza o meno nel sistema Euro.

Ma soprattutto Grillo, nella Firenze dalla lunga tradizione di sinistra, si è presentato come il vero e unico erede di Enrico Berlinguer. È stata la prima cosa che ha detto appena salito sul palco: «Non siamo Berlinguer ma portiamo avanti quelle cose lì» perché «dopo Berlinguer c’è stato il nulla»e se «un tempo gli uomini del Pci erano figli di operai oggi quelli del Pd sono massoni». Il Pd è stato il bersaglio preferito, a partire dal caso Montepaschi, oltre al premier Renzi. Definito, quest’ultimo, colui che «eletto con i vostri voti per fare il sindaco poi se ne è andato da un’altra parte». «Con noi – ha urlato Grillo – se sei eletto per fare il sindaco stai lì!».

Non sono mancati dei «vaffa», accompagnati da clamorose ovazioni: alla burocrazia europea «pagata coi nostri soldi» e al candidato alla presidenza della Commissione Martin Schultz (sostenuto dal Pd di Renzi), «che mi ha definito uno stalinista». Grillo ha poi ripetuto la battuta «siamo oltre Hitler», per aggiungere, con un colpo di teatro degno di un comico consumato, «siamo Charlie Chaplin». Gran parte del comizio di Beppe Grillo è stata dedicata alla spiegazione dei meccanismi economici, secondo lui dominati dalle multinazionali in base a una precisa piramide di potere, e all’idea che il mondo, dominato dalle nuove tecnologie, sta cambiando così rapidamente che occorre “mandare a casa i dinosauri che ci governano”. “Noi – dice Grillo – siamo una comunità, siamo la visione di un altro mondo, un’altra dimensione di vita”. Perché “la rivoluzione è appena cominciata”.

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Domenico Coviello

Giornalista

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