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Protesta della polizia contro i cortei violenti: i reparti mobili si autoconsegnano

Il 1 reparto mobile
Il primo reparto mobile

ROMA Il Reparto Mobile decide di autoconsegnarsi. Succede a Roma. Gli agenti lottano per ottenere più tutele durante i cortei dei violenti.
Non si può chiamare sciopero, perché le forze di polizia non hanno il diritto di scioperare. Ma quella di Roma è la prima protesta di tal genere  organizzata dai Reparti Mobili in tutta Italia. Il sindacato di polizia Anip Italia Sicura, che tutela dal punto di vista legale i colleghi della Celere, l’ha chiamata “autoconsegna”. Fra i celerini (4350 in tutta Italia e 600 soltanto nella capitale), «solo quelli liberi dal servizio e quelli che sono di lavoro, prima o alla fine dell’orario», hanno esposto le loro richieste dentro le caserme. Quelle caserme che rappresentano lo Stato da cui loro non si sentono più tutelati.

RICHIESTE – Chiedono caschi con microtelecamere, pretendono che gli ordini dati ai reparti, come quello della «carica», venga sempre registrato, invocano garanzie e tutela legale e sanitaria. Il segretario nazionale del sindacato Anip, Flavio Tuzi, spiega che gli agenti protestano per denunciare «l’ignavia legislativa e il disinteresse generale».

RESPONSABILITÀ – Fermo restando che i comportamenti scorretti di uomini che indossano la divisa costituiscono una responsabilità dei singoli e restano comunque da punire, il Reparto mobile, ovvero l’eccellenza in quanto a ordine pubblico, vuole più garanzie.

Renzi e Alfano dovrebbero fare molta attenzione a quanto accade fra le Forze dell’ordine; sono seduti su una polveriera e i segnali di disagio cominciano ad essere importanti. Diano ascolto e esaudiscano le giuste richieste di chi tutela la nostra sicurezza. Ad evitare che la situazione peggiori o, peggio, precipiti, nonostante il senso di responsabilità degli uomini e delle donne in divisa.

autoconsegna, Polizia, Roma


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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