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Napolitano ai prefetti: combattete i violenti e le infiltrazioni malavitose

Giorgio Napolitano
Giorgio Napolitano

ROMA – Gli auguri agli italiani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell’anniversario della nascita della Repubblica quest’anno sono stati improntati a un cauto ottimismo per la situazione del Paese: «Celebriamo quest’anno la Festa della Repubblica con animo più fiducioso. Perché si è fatta strada la necessità di forti cambiamenti in campi fondamentali. Perché l’Italia può parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche. E infine perché si sono moltiplicate nella nostra società e specialmente tra i giovani le manifestazioni di volontà costruttiva e di spirito d’iniziativa. Sono questi i fatti che devono rendere tutti noi più fiduciosi ; sapendo che la fiducia nel futuro è la condizione essenziale per tornare a crescere e a progredire. In questi pesanti anni di crisi l’economia e la realtà sociale del nostro paese hanno conosciuto gravi passi indietro, come dice il livello insopportabile cui è giunta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Se questa deriva si è fermata, se registriamo segni sia pur deboli di ripresa, il problema è ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni che possono migliorare le condizioni di quanti hanno sofferto di più per la crisi, e aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l’Italia. Il da farsi è ormai delineato. Determinanti sono le riforme strutturali tra le quali già in cantiere quelle per le istituzioni e per la pubblica amministrazione, per il lavoro e per un’economia più competitiva. Auspico un confronto civile in Parlamento, una ricerca di intese che è dovuta per ogni modifica costituzionale. È però tempo di soluzioni, non di nuove inconcludenze.»

Come tradizione il presidente ha anche inviato un messaggio ai Prefetti d’Italia, affinché se ne facciano interpreti nelle iniziative promosse a livello locale nella ricorrenza del 2 giugno: «Nell’anniversario della Festa della Repubblica mi rivolgo ancora una volta a Voi, rinnovando l’apprezzamento per l’impegno che dispiegate, insieme con le istituzioni rappresentative e le altre articolazioni decentrate dello Stato, nell’affermare i valori di legalità, di coesione e di integrazione, condizione essenziale per essere all’altezza delle difficili sfide che il nostro Paese e l’Europa tutta devono sostenere in una fase così complessa e cruciale per il nostro futuro.
Coloro che, come Voi, rivestono funzioni pubbliche sul territorio costituiscono, infatti, il fronte più esposto alle sfide della quotidianità ed a quelle manifestazioni di malessere che debbono essere affrontate con senso di responsabilità e lungimiranza, non disgiunte dalla necessaria fermezza contro ogni forma di violenza, di illegalità e di prevaricazione.
Il rinnovato sforzo che si chiede alle amministrazioni, nel farsi carico delle pressanti istanze ed aspettative di cittadini ed imprese, è essenziale per ripristinare quei motivi di fiducia su cui fondare un nuovo spirito di iniziativa ed un nuovo rapporto con le Istituzioni, ineliminabili presidi di democrazia e di tutela dei soggetti più deboli, ma anche centri propulsori di sviluppo economico e sociale.
In questa delicata fase, in cui è più che mai indispensabile vigilare affinché sia garantita la funzionalità delle pubbliche amministrazioni, particolarmente contro i tentativi di infiltrazione malavitosa, ed una equilibrata gestione delle situazioni di crisi, si chiede a Voi Prefetti il massimo impegno nell’assolvimento dei peculiari compiti conferiti dalla legge, confidando anche nella riconosciuta attitudine all’ascolto, al confronto e alla mediazione. Con questi auspici, a Voi Prefetti ed a tutti coloro che con Voi celebrano la Festa della Repubblica rivolgo il mio più intenso augurio di buon lavoro».

L’incitamento e l’auspicio del presidente arrivano in un momento particolarmente delicato per il corpo prefettizio: il premier Renzi e il governo hanno messo la Pubblica Amministrazione e le prefetture nel mirino: il 13 giugno –  lo ha preannunciato Renzi – il Consiglio dei Ministri dovrebbe decidere una riduzione delle prefetture (ne rimarrebbero 40 secondo gli iniziali proclami del premier). Proprio in un momento nel quale l’opera dei prefetti risulta essenziale non solo per garantire la coesione sociale e la lotta a ogni violenza e alle infiltrazioni della malavita organizzata – come ha sottolineato il presidente Napolitano – ma anche per l’organizzazione e il coordinamento dell’attività di accoglienza e integrazione dei tanti, troppi immigrati e profughi che arrivano quotidianamente sulle nostre coste, senza che alcun aiuto concreto venga dalle sconcertanti istituzioni europee.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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