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Vinicio Berti, Pinocchio

A Collodi, l’«incontro» tra Vinicio Berti e Pinocchio

Vinicio Berti, Pinocchio
Vinicio Berti, Pinocchio

FIRENZE: Immerso nel più totale «astrattismo», Pinocchio, il monello burattino di legno ideato da Collodi, emerge in una nuova dimensione di colori, schizzi e sfumature. Sono le opere di Vinicio Berti, in mostra al «Parco di Pinocchio» a Collodi – Pistoia, fino a domenica 31 agosto, che raffigurano il burattino a cavallo tra pittura e fumetto.

Come emerge da un commento dell’artista alla cartella di litografie «Pinocchio nel Centenario» (1881-83 1981-83), il burattino rappresentava per lui uno spirito popolare sottoposto a vessazioni e inganni, ma invincibile. Un personaggio mitico, di cui Vinicio Berti ha realizzato numerose opere tra cui litografie, bozzetti e tele.

MOSTRA: Nel «Museo di Pinocchio» saranno esposte diverse opere che l’artista aveva conservato per sé, nel suo studio. Dalle litografie agli scritti originali, tratti dalla cartella realizzata in tiratura limitata nel «Centenario di Pinocchio» ad alcuni dipinti inediti su carta. Si vedrà anche il bozzetto per una scenografia della Mostra del Libro per Ragazzi, organizzata dal «Centro Didattico Nazionale» a Firenze nel 1949. Ancora, un gigantesco telone esposto al «Cantiere Sperimentale dell’Immagine» nel 1981 – donato dalla vedova di Vinicio Berti, Liberia Pini, alla «Fondazione Collodi».

L’ARTISTA: Vinicio Berti è un’artista contemporaneo fiorentino (1921-1991), che oltre ad essere un esponente dell’«Astrattismo» italiano, è stato anche un grande illustratore e fumettista.

Esordì nei primi anni Quaranta con opere di carattere realista-espressionista, per poi avvicinarsi alla pittura astratta nel 1947, dopo un primo periodo di rilettura del cubismo e del futurismo (1945/1947). Proseguì quindi verso la strada delle avanguardie storiche – in particolare seguendo la linea di Mondrian, Malevic, Magnelli – inserendosi nel generale rinnovamento della cultura artistica europea.

Insieme ad altri artisti toscani, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti, Berti fonda il gruppo di «Astrattismo classico», di cui furono organizzate varie mostre collettive. L’Astrattismo classico si proponeva di avviare un ciclo nuovo dell’arte contemporanea, con la fine della distruzione della forma e una narrazione razionale e costruttiva sul filo di una visione interna della materia.

Sfaldatosi il gruppo, Berti continuò a sviluppare ed ampliare le possibilità espressive dell’Astrattismo Classico, con la fase definita dallo stesso artista di «Espansione dell’astrattismo classico» (1951-55): dal ciclo delle «Cittadelle ostili» (1955-56) all’«Omaggio a Einstein», ai cicli delle «Brecce nel tempo» (1955-58) e l’«Avventuroso astrale» (1959-65).

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