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Tfr in busta paga: ma in unica soluzione, come una tredicesima doppia

Progetti del Governo per il TFR
Progetti del Governo per il TFR

ROMA – Ancora indiscrezioni e commenti sull’ipotesi di anticipare il 50% del TFR in busta paga per rilanciare i consumi. I problemi principali restano quelli di non provocare danni alle Pmi e di non gravare sulla liquidazione anticipata con tasse che siano superiori a quelle previste per l’intero importo.

VISCO – Un chiarimento importante, sotto questo profilo, viene da una fonte molto autorevole, il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il quale ha spiegato che le banche potrebbero usare per questo fine i prestiti europei Tltro di Francoforte destinati alle Pmi. Le banche, se vogliono, possono quindi destinare alle Pmi questi fondi anche per coprire il trasferimento del Tfr in busta paga.

UNICA TRANCHE – Si fa strada intanto l’ulteriore ipotesi di rendere disponibile la liquidazione per i dipendenti che lo vorranno in un’unica tranche, invece che mese per mese, come una sorta di ulteriore `tredicesima´ per ottenere un maggior effetto di spinta ai consumi. Ma per farlo occorre predisporre un meccanismo per cui le aziende possano recuperare liquidità accedendo al credito «a tassi inferiori a quella che attualmente è la rivalutazione del Tfr» (attualmente la rivalutazione è fissata all’1,5% annuo fisso al quale si aggiunge il 75% dell’inflazione). E per questo sarebbe utile l’uso delle somme provenienti dalla BCE.

MARCHIONNE – Intanto il dibattito sulla proposta avanzata dal premier Matteo Renzi raccoglie i primi sostenitori. Se non è una sorpresa il sì di Sergio Marchionne, meraviglia un po’ quello di Maurizio Landini. L’ad della Fiat-Chrysler afferma: «anche se costa alla Fiat dobbiamo appoggiare il governo in quello che sta facendo. Basta dire no». E anche il leader della Fiom pensa «che si possa fare» a patto che i lavoratori siano lasciati liberi di scegliere e che non cambi la tassazione.

TELECOM – Arrivano le prime aperture anche da altre grandi imprese, da Telecom alla Diesel, che sono peraltro meno penalizzate delle piccole e medie. Per l’ad di Telecom Marco Patuano il governo deve andare avanti perché «sarebbe un importante stimolo per i consumi» e non creerebbe problemi alla società perché «l’impatto sui flussi di cassa sarebbe modesto». Sostegno a Renzi anche dal patron di Diesel Renzo Rosso che promuove l’opzione di «restituire il Tfr per metà ai dipendenti. Farebbe bene all’economia e alle aziende.

DE BENEDETTI – Critico invece Carlo De Benedetti, secondo il quale «per le aziende è un problema finanziario serio, ma soprattutto dal punto di vista dei lavoratori è un errore trasformare in consumi  il Tfr,  che andrebbe invece  investito per la pensione».

Come si vede le posizioni sono diversificate, la maggior parte delle grandi aziende è favorevole, le piccole no, mentre i sindacati, a parte la Fiom, sono nettamente contrari. Non resta molto tempo per decidere perché la misura dovrebbe essere inserita nella legge di stabilità, ma sembra che il Governo stia trovando per la strada nuovi alleati.

Landini, marchionne, Tfr, Visco


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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