Skip to main content
puritani

Opera di Firenze: applausi e qualche fischio alla prima dei Puritani

Un momento de «I Puritani» in scena all'Opera di Firenze
Jessica Pratt e Massimo Cavalletti in una scena de «I Puritani»

FIRENZE – «I Puritani» di Vincenzo Bellini hanno debuttato all’Opera di Firenze con quaranta minuti di ritardo per lo sciopero indetto da Fistel-Cisl e Slc-Cgil. Forse tanto è bastato a far innervosire il pubblico, perché altrimenti mal si spiega la reazione di una parte degli spettatori a fine spettacolo: in tanti anni di frequentazione del nostro principale ente lirico ho difatti visto applaudire regie e direzioni ben peggiori e di “buu” ne ho sentiti tutto sommato piuttosto pochi. Invece stavolta non ne sono mancati, tanto all’indirizzo del direttore Matteo Beltrami quanto, e soprattutto, del regista Fabio Ceresa.

Applaudita più volte anche a scena aperta la protagonista Jessica Pratt, dalla voce luminosa e robusta e dalla tecnica impeccabile, qualità che indubbiamente la fanno svettare sul resto del cast.

Meno costante la resa di Antonino Siragusa nei panni di Arturo: la tecnica c’è (è molto cresciuto e migliorato rispetto a quando interpretò a Firenze «Il barbiere di Siviglia»), ma la temibilissima parte richiede mezzi vocali molto fuori del comune, che uniscano potenza e flessibilità. «I Puritani» è un’opera difficilissima, non per nulla la si cita sempre come esempio paradigmatico del cosiddetto “belcanto”, e certo non è facile mettere insieme un quartetto di solisti all’altezza di quello che ebbe Bellini per il debutto del 1835. Ora come ora, non è facile reperire uomini che reggano a un “battesimo di fuoco” come quello cui sono sottoposti al primo atto tanto il baritono quanto il tenore, che entrano su due pezzi di bravura («Ah, per sempre io ti perdei» e «A te, o cara, amor talora») molto ardui da affrontare a voce fredda. Tant’è che non è risultato entusiasmante, di primo acchito, nemmeno il baritono Massimo Cavalletti, che poi s’è portato meglio (anche se la grana della voce pare forse più verdiana che belliniana). Molto riuscito il Giorgio di Gianluca Buratto e tutti, nelle singole scene, hanno strappato più di un applauso, a volte a dispetto della regia, in cui qualche scelta (come il mantenere distanti Elvira e Arturo in una scena di passione) o qualche trovata (come il far muovere ai solisti e al coro insieme le braccia a mo’ di Tai Chi) rischiano di disturbare la resa musicale.

La scena è tetra, i colori cupi (le coriste sono vestite in modo simile alla Medea di Pasolini; solo sui costumi dei protagonisti ci sono colori più vivi e, per Arturo e Riccardo, davvero belli), ma non senza capo né coda. Non è male l’idea della torre-cappella gotica sdraiata verso il fondo, che evoca anche una sorta di astronave-macchina del tempo: è difatti intorno alla relatività di questo che si gioca tutta la regia. I tre mesi effettivi di separazione dall’amato Arturo paiono a Elvira «tre secoli d’orror», e il regista la prende alla lettera; esagera però un tantino sul versante dell’horror, con tanto di tombe che si scoperchiano lasciando uscire zombies al primo e all’ultimo atto. La grevità dell’atmosfera s’è riflettuta anche sulla direzione, al primo atto; poi c’è stato un buon recupero e non mi pare che avrebbe meritato il pollice verso, nel complesso, specie se messa in relazione con altre direzioni d’opera che si son sentite di recente senza che nessuno abbia detto, appunto… bu.

«I Puritani» di Vincenzo Bellini. Libretto di Carlo Pepoli.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore: Matteo Beltrami. Maestro del Coro: Lorenzo Fratini. Nuovo allestimento – Coproduzione con il Teatro Regio di Torino

Regia: Fabio Ceresa, Scene: Tiziano Santi, Costumi: Giuseppe Palella, Luci: Marco Filibeck, Movimenti coreografici: Nikos Lagousakos, Assistente movimenti scenici: Riccardo Olivier

Elvira, figlia di Gualtiero Valton: Jessica Pratt / Maria Aleida (1, 4 e 10/2)

Lord Arturo Talbo: Antonino Siragusa / Jésus Léon (1, 4 e 10/2)

Riccardo: Massimo Cavalletti / Julian Kim (1, 4 e 10/2)

Enrichetta: Rossana Rinaldi / Martina Belli (1, 4 e 10/2)

Giorgio Valton: Gianluca Buratto / Riccardo Zanellato (30/1, 1 e 4/2) – Bruno Robertson: Saverio Fiore
Lord Gualtiero: Gianluca Margheri
Performer: Fattoria Vittadini (Mattia Agatiello, Pablo Andres Tapia Leyton, Alexander McCabe, Riccardo Olivier, Daniele Pennato, Claudio Pisa)

Guide all’ascolto all’interno del teatro: 45 minuti prima di ogni spettacolo

La biglietteria dell’Opera di Firenze è aperta lunedì 14-18, dal martedì al sabato 10-18 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli. Vendita biglietti online sul sito dell’OF

 

Musica, Opera di Firenze, opera lirica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741