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Immigrazione, Frontex: nel 2015 avremo oltre un milione di sbarchi dalla Libia

Fabrice Leggeri, Direttore di Frontex
Fabrice Leggeri, Direttore di Frontex

ROMA – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha riunito a Palazzo Chigi i ministri degli Esteri Gentiloni, degli Interni Alfano, della Difesa Pinotti e il sottosegretario con delega ai servizi Minniti per fare il punto sulla situazione libica e sulla lotta al terrorismo. Si è discusso del testo della determinazione votata ieri dalle Nazioni Unite che ha concluso: «Determinando che la situazione in Libia continua a costituire una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, e agendo in base al Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio decide di estendere fino al 31 marzo 2015 il mandato di Unsmil». Per ora dunque si continua a seguire l’opzione diplomatica, ma resta meno di un mese al mediatore delle Nazioni Unite, Bernardino León, per mettere d’accordo l’ex governo legittimo esiliato a Tobruk, e quello legato alle milizie islamiche che invece ha occupato Tripoli, formando un esecutivo di unità nazionale che stabilizzi il Paese.

IMMIGRAZIONE – Intanto cresce l’allarme sul fronte immigrazione. «Nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno», ha affermato il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri. «A seconda delle fonti – spiega – ci viene segnalato che ci sono tra i 500mila ed un milione di migranti pronti a partire dalla Libia». Il timore dell’Europa è che dietro il traffico dei migranti ci sia l’Isis. «Dobbiamo essere coscienti dei rischi. Ad ora non ho prove per dire che hanno la situazione dell’immigrazione illegale sotto controllo. Ma dobbiamo stare attenti», aggiunge Leggeri. «Abbiamo prove che i migranti sono stati forzati a salire sulle imbarcazioni con le armi – dice -. Non ho niente per dire se fossero terroristi. C’è preoccupazione tra gli Stati. Perché se questo non accade ora potrebbe accadere in futuro». Le autorità italiane hanno fatto passi per rafforzare la sicurezza e mitigare il rischio” dopo le minacce di trafficanti armati durante un salvataggio vicino alle coste libiche. “Non posso entrare nello specifico perché sono informazioni sensibili – spiega -. Su questo abbiamo avuto anche uno scambio di vedute con gli Stati Ue. Ma questo non significa che domani non ci siano incidenti. E’ vicino alle coste libiche che c’è il rischio

Se si vuole che l’Europa faccia più operazioni c’è bisogno di risorse e staff e dell’impegno degli Stati membri a rendere disponibili i loro mezzi. Frontex è una parte. Da solo non è sufficiente ad affrontare questo enorme problema. Ad esempio, la cooperazione con i Paesi terzi è molto importante, e questo è un tema che può essere affrontato soltanto a livello politico. Magari accettando di trattare anche con i dittatori.

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