Comuni: nelle casse municipali di tutt’Italia mancano somme non riscosse per 5,6 miliardi di euro
ROMA – I sindaci italiani, con in testa Fassino Presidente Anci, hanno voluto rappresentare al Governo le loro difficoltà finanziarie e l’impossibilità di sopportare ulteriori sacrifici, visto che negli ultimi 4 anni hanno dovuto subire tagli per circa 17 miliardi e fare i conti con 64 modifiche delle regole di bilancio e ben 17 variazioni delle tasse sulla casa.
Bisogna però ricordare che non tutti gli enti locali sono un modello di buona amministrazione e spesso non riescono ad incassare tutto quanto sarebbe dovuto perché sono pessimi esattori. Su 110 comuni capoluogo, in base ai bilanci consuntivi del 2012 elaborati da Openpolis (www.openbilanci.it), appena 11 superano la soglia dell’85% quanto a capacità di riscossione, con Bolzano in testa col 91,77%, Olbia (lieta sorpresa) e Trento che seguono rispettivamente col 90,19 e l’88,53%. Le grandi città invece mostrano performance mediocri: Le più efficienti sono Genova all’ 82,89%, Bologna all’82,56%, Firenze (45° posto assoluto) è al 76,42%, Torino al 74,95%, Roma al 71,4%, Venezia al 70,56%, Napoli al 65,15%, Milano al 63,95%. In coda alla classifica 14 amministrazioni non incassano neppure la metà di quello che hanno messo bilancio con Palermo al 43,69 e Reggio Calabria al 47,7%.
Non è nemmeno un caso che molte delle città meno efficienti sul fronte degli incassi siamo anche quelle che hanno bisogno di maggior trasferimenti dallo Stato per sopravvivere, con Messina 97°nella graduatoria della capacità di riscossione (58,57%) che guida la classifica col 40,97% delle sue entrate che arriva da Roma, seguita da Palermo (37,55) e Catania col 25 percento.
I soldi messi a bilancio, ma che poi non entrano effettivamente in cassa, vengono classificati come residui attivi. A livello nazionale, il totale dei bilanci degli oltre 8 mila comuni italiani in base ai dati 2011 elaborati dall’Istat, gli ultimi disponibili in forma aggregata, presentano entrate tributarie accertate per un totale di 33,36 miliardi e di contro appena 25,25 di entrate effettive. Il resto o entrano negli anni a seguire oppure finiscono tra i residui, in questo caso parliamo 5,89 miliardi di somme non riscosse. A gonfiare questa cifra contribuiscono soprattutto le tasse sui rifiuti: 6,8 accertati, appena 3,2 entrati a bilancio nel 2011. Lo stesso vale per le multe, vengono incassati solamente 958 milioni anziché 1,51 miliardi, i servizi scolastici (mense, bus ecc.) con 562 milioni incassati su 731. Nei servizi idrici si tocca il top assoluto con 141,6 milioni incassati su 738, con 483,8 milioni che finiscono anche in questo caso a gonfiare la montagna dei residui.
E’ un problema, è vero, di difficile soluzione, ma i nostri amministratori locali dovrebbero attivarsi per recuperare questo tesoretto di risorse sottratte alle comunità, che consentirebbero ai Comuni di continuare a svolgere servizi importanti, senza ricorrere a quel tipo di tassazione (addizionale Irpef e tasse sulla casa) più facilmente riscuotibili, che gravano sempre sui soliti noti. E senza dover bussare ogni anno alla porta del governo.